De Luca punta dritto verso Palazzo Santa Lucia. Roma tappa intermedia - Le Cronache
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De Luca punta dritto verso Palazzo Santa Lucia. Roma tappa intermedia

L’obiettivo finale di Vincenzo De Luca è la Regione Campania. E’ quello il Palazzo che il sindaco – viceministro vuole conquistare a tutti i costi. La tappa romana sarà, con molta probabilità, intermedia. Anche perché De Luca , come gli altri, conosce bene gli ambienti politici e sa che questo governissimo avrà vita breve. La convivenza tra Pd e Pdl non sarà certo una passeggiata e sicuramente, così come è, non durerà molto. Forse un anno o poco più. Il tempo che i partiti si organizzino in nuove forme. Accertato che quasi sicuramente la nomina a viceministro alle Infrastrutture e Trasporti non è una operazione kamikaze (politica) di De Luca, delle due l’una: o davvero è una fuga da Salerno (così come sostiene l’opposizione cittadina), o c’è una prospettiva politica differente: ossia la ricandidatura per la presidenza di Palazzo Santa Lucia.
Per quanto riguarda l’ipotesi di “fuga” paventata dai consiglieri comunali d’opposizione, sicuramente, economicamente parlando, le condizioni di Palazzo di Città non sono delle migliori. Solo qualche giorno fa, l’ultimo atto della giunta municipale ha sancito la portata delle gravità della situazione finanziaria. Il consuntivo chiuso con un disavanzo di sei milioni di euro che ora graverà sui bilanci comunali fino al 2015. S’aggiungano, poi, le già continue anticipazioni di tesoreria (in parte negate) utilizzate, anche per il pagamento degli stipendi, nonché l’incertezza dell’Imu, almeno sulla prima casa, il quadro diventa abbastanza complesso. Ma, probabilmente, non sarà questa la causa che avrà spinto De Luca ad uscire dopo un ventennio dai confini cittadini. Qualcos’altro ci deve essere. Ed ecco che la carta per le regionali appare più probabile, a meno che non immagini una carriera governativa. Certo è che occorrerà capire, ora, il partito, la coalizione e tutto ciò che ne conseguirà da un accordo di fatto tra Pd e Pdl. I più lungimiranti annunciano che questi due partiti, cosi come sono, avranno vita bene. A partire dal Partito democratico dove l’imbarazzo, soprattutto dell’area più comunista, è palese. E’ in casa Pd che s’immagina la scissione più vicina, rispetto al Popolo della Libertà, dove, si sa, a decidere è Silvio Berlusconi e basta. Se scissione ci sarà (nel Pd), altro non potrà fare che dare confini politici (e nuova denominazione) a questo accordo che mantiene in piedi il governissimo, guidato dal democristiano Enrico Letta che ha già tutte le sembianze già del Partito popolare europeo. Ma più precisamente, altro non è che quella casa dei moderati immaginata già da anni da Silvio Berlusconi. Il ruolo di De Luca, dunque, inesorabilmente, ed ora più che mai dal momento che è vice di un ministro Pdl (Maurizio Lupi) passerà dal livello e dalla strada tracciata nei palazzi romani. Detto in pratica: De Luca, viceministro, contrariamente alla condotta fino ad ora utilizzata, parlerà o no con gli esponenti del Pdl, quindi con Carfagna, Caldoro e con la sua stessa opposizione cittadina, prima di mettere in campo scelte strategiche per la città? Ancora: in vista delle elezioni del prossimo anno al Comune di Salerno, le coalizione da chi e come saranno composte? Resterà la contrapposizione Pdl –Pd? Al momento, altro non appare che un rompicapo, ma c’è già chi ci sta riflettendo.

 

5 maggio 2013