«De Luca e Bassolino? Dovrebbero lasciare» - Le Cronache
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«De Luca e Bassolino? Dovrebbero lasciare»

«De Luca e Bassolino? Dovrebbero lasciare»

Ma davvero è nato l’impensabile asse De Luca-Bassolino? Gli interessati smentiscono. Però mai dire mai. Fino a un po’ di tempo fa, sarebbe parsa fantapolitica vedere quel tandem anche solo a parlare di un libro, come accaduto venerdì a Salerno per “Le Dolomiti di Napoli”, l’opera dell’ex governatore. E in politica i segnali contano. A nessuno è sfuggito l’endorsement di Bassolino al sindaco di Salerno (“Avrebbe dovuto fare il viceministro”). E non può passare inosservato il nuovo protagonismo dell’ex presidente della Regione, che nega la tentazione di ridiscendere in campo, magari per tornare a fare il sindaco, ma di sicuro non ostacola l’antica velleità di De Luca di succedergli a Palazzo Santa Lucia. Insomma, due pezzi da novanta così, la storia del Pci-Pds-Ds locale, e non solo, non si muovono per caso. Qualcosa bolle in pentola? “Quei due sono semplicemente antistorici” ribatte Roberto Fico, presidente grillino della Vigilanza Rai. A uno come lui, che effetto fa il disgelo tra Bassolino e De Luca? “E’ un’immagine del passato, ormai davvero non conta più”. Però De Luca punta di nuovo alla Regione, e Bassolino, anche se ufficialmente fuori dai giochi, è ancora molto ascoltato «Sono due personaggi fuori dalla storia. Hanno già dato, nel bene e nel male. E secondo me più nel male. Cosa possono rappresentate oggi, con la loro cultura di apparato, con il loro ostinato attaccamento alle poltrone, dimostrato dalle ultime vicende di De Luca? Glielo dico io: più niente». Eppure sono tutt’altro che marginali «Io direi loro che possono anche terminare la loro carriera, per così dire, e pensare ad altro. La politica non è per tutta la vita, non deve più rappresentare un posto fisso. Lascino il campo a forze nuove. In ogni caso, saranno spazzati via». Al di là del loro curriculum, durante l’incontro, Bassolino e De Luca hanno posto questioni di una certa oggettività. Come la sottorappresentazione del sud nelle stanze che contano, la deriva verso una marginalità inarrestabile. Cosa ne pensa? «Sono discorsi che non condivido. I rappresentanti delle istituzioni devono fare gli interessi di tutta la nazione. Non conta la provenienza geografica. Occorre una visione italiana dei problemi. Poi ciascun ministro o deputato ha l’obbligo di cooperare con le istituzioni locali». Però è un dato di fatto che il sud è assente nei luoghi dove si decide la direzione di marcia «Questa è una scusa per la politica che non funziona. La realtà è che la casta ha solo drenato risorse al nord e al sud» Ma per voi del M5S chi ha più responsabilità di tutto questo, Bassolino o De Luca? «E’ inutile perfino parlarne a questo punto. E’ finita, non rappresentano più nessuno. Questa classe dirigente ha fallito. Poi al suo interno ciascuno ha le sue responsabilità, ma guardiamo avanti». Allora guardiamo avanti: tra un anno si vota per la Regione: quali proposte mettete in campo? «In Parlamento stiamo già lavorando a proposte su reddito di cittadinanza, welfare, piano energetico locale che punti sulle rinnovabili, un nuovo modello di mobilità, depuratori. Quanto ai nomi li faremo: saranno scelti sulla rete, come avvenuto per le Europee» La Campania è sempre dipinta a tinte fosche. Riesce ad essere ottimista per il futuro? «Io sto dando l’anima per la nazione e per la mia regione, e se non fossi ottimista non farei questo da 10 anni. C’è tanta gente di buona volontà a cui va indicata una strada per mettersi in contatto».

Gianmaria Roberti