Dall'Asl di Caserta a Salerno: premiata figlia di un magistrato del Tribunale - Le Cronache
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Dall’Asl di Caserta a Salerno: premiata figlia di un magistrato del Tribunale

Dall’Asl di Caserta a Salerno: premiata figlia di un magistrato del Tribunale

di Erika Noschese

Vince un concorso a Caserta e viene trasferita presso l’Asl di Salerno con un incarico da dirigente veterinario. A finire nella bufera la figlia di un magistrato che, nel 2015, ha assunto la guida della Corte d’Assise e Terza sezione penale del Tribunale di Salerno. La deliberazione del direttore generale risale a 4 aprile 2022 quando la donna era in servizio presso l’Asl di Caserta in qualità di dirigente veterinario, tendente ad ottenere il trasferimento presso l’azienda sanitaria locale di Salerno. Un trasferimento che il direttore generale, Mario Iervolino, avrebbe giustificato evidenziando la necessità di colmare la carenza in organico della figura professionale in questione. La dottoressa ha infatti presentato un’istanza di mobilità dall’Asl di Caserta dove era in servizio a tempo indeterminato a quella di Salerno grazie al nulla osta rilasciato dall’ente di appartentenza. L’azienda sanitaria locale guidata da Iervolino ha chiarito, nella deliberazione che l’Asl di Salerno “non si farà carico delle ferie maturate e non godute dalla dottoressa  presso l’ente di provenienza”. E non finisce qui. Di fatti, ci sarebbe un’indagine in corso sulle mobilità volontarie dei tecnici di radiologia che su 70 domande di mobilita volontarie, solo uno è stato messo in servizio con la pressione di un politico ed è stato messo nei ruoli del presidio ospedaliero di Sarno. Al momento non si conosce il partito di appartenenza del politico in questione ma voci di corridoio parlano di un esponente del Pd. Altra indagine della Procura di Salerno riguarda invece il provvedimento numero 16595 dell’Asl di Salerno, a firma del dirigente Antonino Di Domenico per la cessazione del rapporto di lavoro dipendente dell’infermiera I.I, assunta a tempo indeterminato il 1 marzo 2020 e su cui indagherebbe proprio la Procura della Repubblica, dopo le denunce di diversi infermieri licenziati in quanto non in possesso dei requisiti per la stabilizzazione. La dipendente dell’Asl ha già fatto richiesta di accesso agli atti: per la donna subentra un’anzianità di servizio con rapporto di lavoro subordinato e reclutamento a mezzo di selezione pari a 2 anni, 4 mesi e 13 giorni e dunque, per la stabilizzazione sarebbe in possesso dei requisiti di anzianità per aver maturato 36 mesi di lavoro subordinato. Nonostante ciò, dall’Asl arriva l’annullamento parziale in autotutela del provvedimento per l’assunzione a tempo indeterminato per poi procedere al licenziato in quanto impossibile procedere con la stabilizzazione. L’infermiera non sarà più dipendente dell’azienda sanitaria locale dal 1 maggio 2022.