D'Alema attacca i magistrati: "Infangano". De Luca? "Dovevano pensarci prima" - Le Cronache
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D’Alema attacca i magistrati: “Infangano”. De Luca? “Dovevano pensarci prima”

D’Alema attacca i magistrati: “Infangano”. De Luca? “Dovevano pensarci prima”

di Andrea Pellegrino

Massimo D’Alema certo non l’ha presa bene. Anzi, ieri l’attacco è stato frontale verso un sistema della giustizia che secondo l’ex premier: «sputtana le persone, invece di verificare la verità». D’Alema arriva a Salerno (in occasione del convegno promosso da Federico Conte nel salone degli Stemmi dell’Arcidiocesi) nel giorno in cui il suo nome spunta nell’inchiesta che all’alba di ieri ha portato in manette il sindaco di Ischia Giosi Ferrandino, insieme ad altre otto persone. Il suo nome è associato all’acquisto di vino che la società al centro dell’inchiesta ha fatto dall’azienda di famiglia di D’Alema. «Il fatto che la mia famiglia produca vino non vedo cosa c’entri con l’inchiesta si occupa della metanizzazione di Ischia», afferma D’Alema: «Sul vino di famiglia, tra l’altro buono, possono dire che abbiamo più domanda che offerta. Il favore, a mio avviso, è riceverlo non venderlo». Ma l’ex premier proprio non ci sta a vedere il suo nome comparire in una vicenda in cui si dice «completamente estraneo». «S’ipotizza che siano state pagate tangenti per la metanizzazione dell’isola, io che c’entro?», dice l’ex premier che quanto al rapporto con Giosi Ferrandino precisa: «Ho conosciuto il sindaco di Ischia in una sola occasione, ossia a campagna elettorale già partita alle scorse elezioni europee. Che io poi conosca alcune persone di una società o dirigenti d’impresa non vedo che finalità abbia ai fini dell’inchiesta. Non è pensabile che io venga tirato in ballo, se nessuno ipotizza il mio coinvolgimento. Non sono indagato e tra l’altro, essendo una inchiesta che parte diversi anni fa, non sono stato mai ascoltato e nessun magistrato ha ritenuto avere informazioni da me».

NON SONO UN MINISTRO

E quanto ad un paragone con la vicenda Lupi, D’Alema dice: «Non sono un ministro e non sono deputato. Non ho nessun incarico, sono un semplice pensionato. Non vedo quale sia il nesso tra questa vicenda e quella che ha coinvolto l’ex ministro Lupi. Un ministro ha dei vincoli, io no. Ribadisco che a mio avviso si tratta di una vicenda scandalosa, una persecuzione nei confronti di un persona che non ha incarichi e che vorrebbe essere lasciata in pace».

IL CASO CAMPANIA

Infine su Vincenzo De Luca (candidato alla presidenza della Regione Campania con il Pd) e sulla legge Severino. «Se De Luca può candidarsi? Lo dovete chiedere alla segreteria Pd. È impensabile però – diceche si consenta a De Luca di candidarsi e dopo si protesti perché ha vinto. Ha vinto e non vedo cosa si debba contestare. Adesso decideranno i cittadini. Ci sono state delle primarie e la sua candidatura è stata consentita da una segreteria regionale. Candidatura che andava contestata prima se era contestabile, non ora». Sull’applicazione della legge Severino, l’ex premier dice: «La legge è opportuna. Chi la sta cambiando nei fatti sono i magistrati che accettano le impugnazioni. Loro l’hanno messa in discussione. Mi risulta che il sindaco di Napoli sia stato rimesso al suo posto grazie ad una sentenza del Tar»