Cstp: spuntano 56 milioni di passivo - Le Cronache
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Cstp: spuntano 56 milioni di passivo

Il Comune di Cava de’ Tirreni rinvia ogni decisione sulla ricapitalizzazione del Cstp a lunedì. Nel frattempo sarà chiesto il parere dell’avvocatura dell’ente metelliano. Che cosa è accaduto nel corso dell’assemblea che ha gettato nello scompiglio i politici cavesi? La risposta al quesito ha un nome e un cognome: Mario Santocchio. Il presidente del collegio dei liquidatori dell’azienda di mobilità salernitana è infatti intervenuto nel corso del consiglio comunale per presentare all’assise una relazione sullo stato effettivo dell’ente. Ed è così che è emerso che i debiti dell’azienda non sono 8 milioni di euro, come finora è sempre stato dichiarato. La situazione debitoria dell’ente, infatti, è per l’esattezza sette volte più grave: 56 milioni di euro di buco nelle casse del Cstp. Per la copertura delle perdite e la ricostituzione del capitale sociale dell’azienda il consiglio comunale metelliano avrebbe dovuto deliberare il pagamento di una somma ammontante complessivamente a 338.900,57 euro, ma vista la situazione in cui versa la società, i politici cavesi hanno preferito prendersi qualche giorno in più di tempo per riflettere sull’opportunità o meno di dare il proprio contributo per ricapitalizzare l’azienda. Già il sindaco Galdi, nel corso del suo intervento, aveva manifestato l’intenzione di procedere alla ricapitalizzazione solo dopo aver ricevuto la rassicurazione da parte di una società terza sulla sostenibilità del piano di rilancio dell’azienda. Quando poi sull’argomento è intervenuto il consigliere Gravagnuolo, è stata sollevata la possibilità di eventuali responsabilità contabili sulla ricapitalizzazione, proprio a causa della grave situazione debitoria della società. Nel corso del suo intervento, inoltre, il consigliere Gravagnuolo ha messo in dubbio perfino la possibilità che il concordato preventivo, che dovrà essere approvato dal tribunale fallimentare il prossimo 22 febbraio, riceva effettivamente il via libera dall’autorità giudiziaria. L’eventualità paventata da Gravagnuolo è infatti che il 22 febbraio prossimo il tribunale dichiari fallita l’azienda, rendendo di conseguenza inutile la ricapitalizzazione della società e la vendita del deposito di Cava. Il presidente Santocchio, dal canto suo, ha assicurato che il concordato sarà approvato dal Cda il prossimo 31 gennaio. Data l’estrema delicatezza della situazione, tuttavia, i consiglieri comunali, dopo essersi riuniti in conferenza dei capigruppo, hanno preferito optare per un rinvio della discussione al prossimo consiglio comunale.