Cstp, l'azienda svende il deposito di Cava. L'ira dei lavoratori - Le Cronache
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Cstp, l’azienda svende il deposito di Cava. L’ira dei lavoratori

Chi vuole il deposito di Cava de’ Tirreni dovrà sborsare solo 3 milioni e 600 mila euro. Una sorta di svendita, al miglior offerente, di una struttura che, complessivamente, di milioni ne varrebbe 9. E’ questa la cifra prevista anche nel piano concordatario che il Collegio dei liquidatori presenterà al giudice del Tribunale fallimentare e ai propri creditori il prossimo 22 febbraio. Una notizia che, a Cava de’ Tirreni, dai lavoratori in testa, passando per alcuni componenti dell’amministrazione comunale metelliana, non hanno preso proprio per nulla bene. Già, perché il deposito di Cava è da tempo al centro di una disputa: da Cava, anche l’amministrazione, non vuole che la struttura venga venduta, dall’altro lato c’è l’azienda che ritiene fondamentale la cessione per poter far cassa e far ritornare in bonis la società. 
I lavoratori di Cava del Cstp non ci stanno ed hanno scritto una lettera aperta per denunciare questa situazione: «Siamo costretti, nostro malgrado, a denunciare non solo a cittadini cavesi, ma anche alle autorità competenti il grave atto che il Cstp con l’avallo della Provincia di Salerno sta perpetrando ai danni dell’intera collettività, in quanto da tempo il Cstp ha deciso di vendere il deposito di Cava – si legge nella lettera – Sembrava che l’amministrazione aziendale avesse accantonato tale progetto. Purtroppo avevamo sbagliato i calcoli. Come mai l’amministrazione Comunale di Cava , l’assessore ai trasporti della Provincia, l’ex presidente della Provincia, residenti a Cava, non si pongono la domanda, che un deposito dal valore di oltre 9 milioni di euro veniva messo in vendita 5 milioni e mezzo e oggi nel piano concordatario presentato ai Comuni pensa di ricavarne solamente 3 milioni 600 mila euro? Chi sarà il fortunato vincitore di questa lotteria? Sono forse gli stessi che inizialmente dovevano acquisire tutta la struttura? Quali interessi politici ed economici ci sono per tale vendita. E’ mai possibile che l’azienda possa applicare la cig in deroga e chiedere a tutti i lavoratori un ulteriore esborso del 7% mentre si continuano ad effettuare sperperi? E’ infine è mai possibile che nessun magistrato intervenga sull’intera vicenda del Cstp?».