Cstp, l'azienda protegge gli "intoccabili": ora è guerra sulla cassa integrazione - Le Cronache
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Cstp, l’azienda protegge gli “intoccabili”: ora è guerra sulla cassa integrazione

Vince la linea degli “intoccabili” del Cstp. Vince si fa per dire, dal momento che i sindacati sono pronti alla dichiarazione dello stato d’agitazione e ad impugnare il provvedimento con cui l’azienda deciderà di non applicare a tutto il personale amministrativo in esubero la misura della cassa integrazione in deroga con la motivazione che ci sono alcune figure professionali insostituibili. Verbale chiuso con il mancato accordo tra le parti per quel che riguarda i criteri di applicazione della cig in deroga per 90 unità di personale in esubero. Ma non tutti saranno mandati in cassa integrazione perché, a quanto pare l’azienda (rappresentata ieri dal solo direttore generale Antonio Barbarino che aveva la delega del Collegio dei liquidatori) non può assolutamente privarsi di alcuni dipendenti. Ma a quanto pare può privarsi quasi totalmente del personale addetto alla verifica dei titoli di viaggio (proprio nel momento della scelta di tornare alla bigliettazione aziendale) dal momento che 21 dipendenti su 22 saranno messi in cassa integrazione per quattro mesi. Potrà privarsi degli ausiliari, attualmente addetti alle mansioni di guardiania, che verranno poi sostituiti con vigilantes provenienti da ditte esterne. Ma i vertici del Cstp non se la sentono proprio di privarsi sono ben 13 impiegati (sui totali 45 in esubero di diversi settori) che sono stati tirati fuori dall’applicazione dell’ammortizzatore sociale. Solo per 14 quadri e impiegati ci sarà cig per quatto mesi. In 12 usufruiranno di quella a rotazione di 2 mesi su 4 e in 6 di quella a rotazione di 1 mese su 4. Criteri di applicazione che ai rappresentanti delle cinque sigle sindacali di categoria non vanno proprio giù dal momento perché iniqui e discriminanti anche dal punto di vista della retribuzione.
«Si tratta di criteri inaccettabili – afferma il delegato Cgil, Gerardo Arpino – ma soprattutto discriminatori sotto l’aspetto salariale tra i lavoratori. Siamo pronti a proclamare lo stato d’agitazione e ad impugnare il provvedimento destituito di qualsiasi fondamento giuridico per far valere i nostri diritti perché è assurdo che dopo tutti i sacrifici fatti dai lavoratori si può buttare tutto all’aria per un mancato accordo». 
La guerra, l’ennesima, del Cstp è ufficialmente iniziata.