Crescent, Miccio cerca ancora le carte. - Le Cronache
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Crescent, Miccio cerca ancora le carte.

Crescent, Miccio cerca ancora le carte.

di Andrea Pellegrino

«Troppi silenzi e atteggiamenti omissivi. Dove sono gli organi di controllo di questa città?». Per i consiglieri comunali Roberto Celano e Raffaele Adinolfi, nel giorno dell’udienza al Consiglio di Stato sulla vicenda Crescent sarà un disastro: «Se il Consiglio di Stato deciderà (oggi o quando sarà) che l’opera Crescent è buona, allora avremo un ecomostro in una delle zone più belle della città; in caso contrario, se dovrà andare giù, la demolizione di quell’opera passerà per le tasche dei cittadini». Insomma un danno – per i due consiglieri comunali d’opposizione – c’è stato comunque. E ieri hanno mostrato l’ennesima carta a loro favore e a favore del Comitato No Crescent e di Italia Nostra. Si tratta di nuovi sviluppi che emergono dalla Soprintendenza di Salerno e che ora sono finiti dritti nell’ampio fascicolo depositato a Palazzo Spada.
Non si esclude che l’udienza in programma oggi possa essere rinviata, anche in considerazione dei motivi aggiunti depositati dai legali di Italia Nostra. Tra questi, appunto, la nota giunta dalla Soprintendenza di Salerno a firma di Gennaro Miccio che risponde ai quesiti del consigliere comunale Celano. Una nota del 30 settembre che sarebbe stato prodotta dalla Soprintendenza di Salerno dopo l’intervento della Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Campania. Sostanzialmente Miccio chiarisce due aspetti. Il primo: sulla deviazione del torrente Fusandola, la ricerca del parere sarebbe ancora in atto negli uffici della Soprintendenza. Praticamente Miccio non sarebbe a conoscenza di uno specifico parere espresso sulla deviazione del torrente Fusandola. «Si tratta di una clamorosa risposta – spiega Roberto Celano – Il soprintendente afferma di non conoscere l’autorizzazione paesaggistica per la deviazione del torrente che ricordiamo è vincolato con decreto ministeriale». Ma ancora, il secondo aspetto che Miccio chiarisce riguarda la variante al Pua la cui autorizzazione paesaggistica (numero 20/2008) è scaduta. «Il Soprintendente – prosegue Celano – ammette che non è applicabile la proroga inizialmente prevista con il Decreto del Fare. L’autorizzazione paesaggistica numero 20/2008 è quindi scaduta nel mese di febbraio. Tant’è che nella nota afferma di aver chiesto “un momento di confronto e verifica tecnico – amministrativo di tutti gli atti da tenersi con il responsabile del servizio trasformazioni urbanistica del Comune di Salerno”. Anche questo mi sembra abbastanza clamoroso». Un nuovo atto che secondo i consiglieri comunali Celano ed Adinolfi, nonché i componenti di Italia Nostra e Comitato No Crescent (tra cui i legali Oreste Agosto e Pierluigi Morena e l’architetto Enzo Strianese) si aggiunge a: «Una piazza (della Libertà) i cui lavori sono iniziati senza le autorizzazioni sismiche, che è in parte crollata ed attualmente sotto sequestro». Ancora – dicono – «la relazione del professore Augenti (Ctu della Procura) ha certificato che la Piazza è totalmente da rifare e quindi non collaudabile, ed addirittura non è stato possibile eseguire neppure le prove di carico. In più c’è la vicenda relativa al torrente Fusandola, che è stato deviato ed oggi è praticamente occluso senza alcuna manutenzione». Inoltre ricordano: «Il settore 1 della Crescent Srl è ancora sospeso dal Tar in attesa dell’udienza mentre la torre T2 dell’Autorità Portuale non potrà presumibilmente essere realizzata in quanto la stessa area di sedime della torre è del demanio marittimo ed è soggetta alle competenze dello Stato per i pubblici usi del mare. Ed ancora, la torre T4 del Comune non è stata nemmeno progettata e l’ente non ha mai propagandato la sua costruzione». «Chiediamo – dice il consigliere comunale Adinolfi – se sia plausibile che un’opera incredibilmente sovradimensionata e che nasce su area demaniale sia realizzata con tali approssimazione ed incertezza senza che nessuno intervenga per fare chiarezza. Tra l’altro – conclude – quello che vediamo oggi nell’area di Santa Teresa è solo il 50 per cento circa della costruzione Crescent. Immaginatelo, dunque, finito».