Crescent: il giorno del giudizio. A Salerno arriva Bofill - Le Cronache
Primo piano

Crescent: il giorno del giudizio. A Salerno arriva Bofill

Il giorno del giudizio è arrivato. Salvo imprevisti, rinvii o decisioni diverse, sul Crescent arriverà il responso definitivo. Questa mattina, infatti, l’udienza conclusiva al Consiglio di Stato; si discuterà, appunto, l’appello presentato da Italia Nostra contro la costruzione della mezza luna di Bofill.
Ed ironia della sorte, o forse no, l’archistar, o comunque gli architetti del suo studio, questa mattina sembra che abbiano fissato un incontro presso il cantiere di Santa Teresa. Insomma mentre a Roma si discuterà se proseguire o meno l’opera a Salerno, gli architetti, o Bofill in persona, sceglieranno i nuovi materiali del Crescent.
La schiera di avvocati è già pronta, così come le memorie già depositate a Palazzo Spada, dove agli atti ci sono le verificazioni disposte dall’ultima ordinanza emessa dai giudici amministrativi romani, nonché dovrebbe esserci anche la perizia a firma dell’architetto Boeri, disposta dalla Procura di Salerno, in seguito ai crolli verificatisi in un settore della confinante e costruenda piazza della libertà.
Ma ecco chi sono i legali in campo.
Per Italia Nostra ci sono Oreste Agosto e Pierluigi Morena che supportati dai tecnici dell’associazione ambientalista, nonché dal Comitato No Crescent, in questi anni hanno fornito centinaia e centinaia di memorie, con perizie tecniche, documenti, atti, nonché esposti (siamo a quota 16) alla Procura di Salerno, ed in ultimo anche all’attenzione del Consiglio superiore della magistratura. Per la società Crescent Srl (che racchiude le ditte Rainone e Ritonnaro) c’è l’avvocato amministrativista Lorenzo Lentini mentre il Comune di Salerno, oltre che con Antonio Brancaccio, sarà un campo con Angelo Clarizia.
L’appello.
Si discuterà in particolare del primo corpo del Crescent mentre resta sospeso il primo permesso a costruire che riguarda un settore della mezza luna. Quest’ultimo giudizio pende innanzi al Tar di Salerno che sostanzialmente attende la decisione di oggi.
Ma l’attenzione dell’udienza di questa mattina sarà sulla parte più corposa della struttura di Bofill, che ricordiamo, venne inizialmente bloccata dallo stesso Consiglio di Stato (in sede cautelare), per poi consentire, dopo ricorsi e controricorsi, il prosieguo dei lavori a «rischio e pericolo», durante le disposte verificazioni, di Comune di Salerno e società Crescent che praticamente in poco tempo hanno innalzato l’ormai noto colonnato a vista mare.
Le verificazioni.
Tre quelle ordinante da Palazzo Spada le cui relazioni oggi saranno oggetto di discussione. Una geologica, l’altra sismica e l’ultima prettamente di tipo amministrativo. In parte condivise da Italia Nostra e No Crescent in parte no, a tal punto da spingere l’associazione e il comitato, ad annunciare imminenti azioni di contrasto con le relazioni che a loro avviso non «risponderebbero a tutte le richieste del Consiglio di Stato».
La piazza.
Non di poco conto le vicende legate alla costruenda mega piazza della libertà che lo stesso Consiglio di Stato avrebbe tirato in ballo, acquisendo la perizia sui crolli e spingendo anche alcuni verificatori a rispondere a quesiti legati alla realizzazione e alle problematiche della struttura di Santa Teresa.
Naturalmente nessuno azzarda pronostici: il destino della struttura, fortemente voluta dal sindaco Vincenzo De Luca, passa ora solo e soltanto nella mani dei giudici di Palazzo Spada. Da Italia Nostra, un dato certo: «La battaglia non finirà qui». Infatti, sul tavolo ci sono gli altri settori della struttura ancora non realizzati. Come quello della Sist srl che avrebbe dovuto realizzare una parte di Crescent o la torre dell’autorità portuale, i cui lavori pare che non abbiano preso ancora il via, benchè consegnati e presentati.

 

Minima Moralia recapitato a Bofill. Il comitato No Crescent ha trasmesso una copia del dossier “Minima Moralia” a Ricardo Bofill. Il progettista catalano ha annunciato una visita al cantiere di Santa Teresa nella giornata di oggi, proprio mentre a Roma avrà luogo l’udienza decisiva in Consiglio di Stato. Italia Nostra e il comitato No Crescent da anni sostengono che la firma dell’archistar è solo un alibi, uno strumento utile a coprire un progetto di finta riqualificazione che nella realtà delle cose tende solo a realizzare un piano di speculazione edilizia. Il dossier Minima Moralia richiama proprio gli intrecci che sono dietro l’intervento urbanistico di Santa Teresa. Le condizioni, quindi, in cui maturò il silenzio – assenso della Soprintendenza, le delibere con incarichi extra-istituzionali conferiti dal Comune all’allora Soprintendente Zampino, le omissioni dei verificatori, i sedici esposti alla procura della Repubblica -inviati per conoscenza anche al Consiglio Superiore della Magistratura-, le oltre dieci interrogazioni parlamentari presentate in quattro anni dai più svariati gruppi politici che hanno riconosciuto nella costruzione un “ecomostro”. «E’ importante», sostengono i membri del comitato, «che il progettista sia consapevole del dissenso che esiste su un emiciclo posticcio, anacronistico e nelle sue forme visto in tanti luoghi diversi». «E’ utile che conosca gli intrecci latenti e quelli palesi emersi nel corso di una battaglia che voluto sviscerare tutti gli aspetti della vicenda: i gravi rischi idrogeologici di un’area delicata, la mancanza di valide superfici edificatorie, la mancata sdemanializzazione, la deviazione del Fusandola e la clamorosa violazione di norme sismiche, evidenziata in oltre cento pagine di relazione anche dal verificatore del Genio Civile. È bene che l’archistar si renda conto che il suo progetto è un caso nazionale, del resto il “gioco” delle archistar a Salerno, come in Italia, non regge più: la cementificazione con la firma importante non sempre è utile per la collettività, troppo spesso è un danno per il paesaggio e l’ambiente».

 

16 aprile 2013