- “Serve un cambio di passo su conferimento e premialità per la raccolta differenziata”Pubblicato 8 ore fa
- Sabato speciale per una ventina di bambini che realizzano un sogno salendo sulle FerrariPubblicato 8 ore fa
- Il sacro di Nicola Porpora e dintorniPubblicato 8 ore fa
- La presentazione del libro Humanoma di Carlo Fumo a Vietri sul MarePubblicato 8 ore fa
- Don Luigi Zoccola: il mister di DioPubblicato 1 giorno fa
- Tentata truffa ad anziani di Buonabitacolo, denunciati due giovani partenopeiPubblicato 1 giorno fa
- “Favorire l’intermediazione tra l’ufficio di Soprintendenza di Pompei e Salerno”Pubblicato 1 giorno fa
- “Parcheggi, altro disastro del sindaco. Si profila un danno erariale”Pubblicato 1 giorno fa
- Ok dalla Giunta al piano del fabbisogno del personale 2022Pubblicato 1 giorno fa
- Premiati a Palazzo Spada dal Presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini gli studenti del Liceo De Filippis GaldiPubblicato 1 giorno fa
Crac Ipervigile. Alla battagliera sindacalista i lavoratori chiesero di farsi da parte per far arrivare una nuova azienda

NOCERA INFERIORE. «Mi fu chiesto di farmi da parte perchè la ditta che voleva subentrare alla Ipervigile non voleva il sindacato di mezzo». A raccontare questa inquientante vicenda è Lucia Pagano, la battagliera sindacalista della Cisal che da sempre ha seguito le vicissitudini del gruppo Ipervigile che conta centinaia di dipendenti, circa 800 in tutto il gruppo di varie aziende. La sindacalista stava lottando, attraverso contatti con parlamentari di tutti i partiti politici e ministero dell’interno, per far riassuemre tutti i lavoratori da parte delle ditte che erano subentarte agli istituti della holding Ipervigile finiti sul lastrico. Si trattava di una riassunzione da parte di quelle ditte che doevvano svolgere i servizi resi dall’Ipervigile. La battagliera rappresenatnte dei lavoratori aveva posto due paletti, l’assunzione di tutte le guardie giurate e, soprattutto, che la ditta o le ditte subentranti non avessero a che fare direttamente o indirettamente (attraverso teste di legno) con i De Santis. Ad un certo punto, una delle ditte che voleva proporsi vedeva in una posizione chiave una delle dipendenti dei De Santis oggi tra gli indagati: la ferma opposizione di Lucia Pagano fece saltare l’ennesima operazione raggiro. Successivamente, alcuni lavoratori si presentarono alla sandacalista sostenendo che c’era una nuova azienda che voleva riassorbire piano piano tutti i lavoratori ma non voleva di mezzo il sindacato. Questo gruppo di lavoratori chiese alla Pagano di farsi da parte perché avrebbe pregiudicato la riassunzione dei dipendenti.
La sindacalista accettò di non aver più un ruolo d’impatto come prima (anche se è rimasta a seguire la vicenda Ipervigile) per evitare che qualcuno trovasse il pretesto per far saltare l’operazione. I lavoratori, addirittura, già pensavano alle misure delle divise da indossare ma, poi, tutta l’operazione è saltata come aveva previsto Lucia Pagano, ritenendo che dietro questa entarta in campo potessero esserci persone rciconducibili o vicine, diretatmente o indirettamente, ai De Santis. «Nel settore della vigilanza privata -afferma la rappresentante della Cisal- c’è un marcio diffuso. E non è facile riuscire a chiudere trattative a tutela dei lavoratori, evitando loro fregature, specie quando di mezzo c’è la sirenza del lavoro e quindi la vita di migliaia di famiglie e di un indotto di vaste aree della Campania e non solo». Per salvaguardare l’intero settore, per la sindacalista, è necessario un’indagine seria del Ministero dell’Intero che mette mano anche al network che si accaparrano le commesse e a loro volta subappaltano a prezzi stracciati a nuove società. «L’unica strada per i lavoratori del gruppo Ipervigile è quello della riassorbimento da parte delle aziende subentrate alla ditta fallita. Ma su queste aziende occorre fare luce anche sul modo in cui trattano i lavoratori e la questura che dovrebbe suprintendere con controlli mirati e puntuali».