Costantino Catena: suoni dal bosco di Sicignano - Le Cronache
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Costantino Catena: suoni dal bosco di Sicignano

Costantino Catena: suoni dal bosco di Sicignano

Il pianista si esibirà questa sera, alle ore 21, nel suo paese natale, con l’orchestra dell’Accademia Santa Sofia

 Di OLGA CHIEFFI

Sappiamo che il piccolo Mozart conosceva bene il bosco di Schonbrunn dove si esibiva a soli sei anni per l’imperatrice Maria Teresa d’Austria, dai cui sussurri ha preso anche ispirazione per qualche pagina. Stasera, alle ore 21, l’appuntamento nel bosco sarà con il pianista Costantino Catena e con l’orchestra da camera dell’Accademia di Santa Sofia, per un concerto tra gli alberi di Palazzo Belvedere a Sicignano degli Alburni. Il programma verrà inaugurato proprio dal Wolfgang Amadeus Mozart dei divertimenti, ovvero della musica en plein air,  privi di una forma prestabilita, comprendente un numero variabile di brani di carattere brillante, distinti da una semplicità di scrittura e da una grande piacevolezza melodica, destinati allo svago, all’intrattenimento, senza per questo sminuire la dignità della sua concezione. Il Konzertmeister della formazione sannita, Marco Serino, ha scelto il Divertimento K138  in Fa maggiore, per presentare la sua orchestra, leggero, quasi disimpegnato, forse più “tradizionale”; esordisce a sorpresa con un bell’ Allegro diretto e ben delineato a cui segue un Andante in Do maggiore dalla fisionomia polifonicamente raffinata, di nuovo in forma sonata ma con una ripresa priva del primo tema, per chiudere, invece, con un Presto in forma di Rondò, dai tratti quasi popolari, con la tipica costruzione per frasi ritornellate ma con la presenza di momenti in cui la scrittura si fa leggera, addirittura a due sole voci, generando un sottile gioco di stati d’animo e di sonorità, prima di chiudere felicemente con l’ultima ripresa del refrain. Seguirà il Concerto n°9 per pianoforte K271 in Mi bemolle Maggiore di Mozart, che vedrà saluterà quale solista il padrone di casa Costantino Catena. L’opera è stata definita da Einstein come l’Eroica di Mozart, superante il gusto dell’epoca e perla dell’intera opera pianistica mozartiana. La ricchezza della forma, l’attenzione preziosa al particolare, il dialogo equilibrato e naturale fra solista e orchestra, il carattere sinfonico delle proporzioni, sono alcuni fra gli elementi che conferiscono all’opera quell’unicità conclamata, a partire dall’enunciazione dell’Allegro. Nell’Andantino troviamo il primo esempio di movimento in minore nell’intera produzione concertistica mozartiana: si tratta di un’ampia pagina cantabile dai toni intensamente patetici, corredata da una lunga cadenza. Non meno sorprendente è il brillante e virtuosistico Rondò conclusivo, il cui scorrere incalzante (Presto) viene improvvisamente interrotto dalla comparsa di un cantabile Menuetto. Chiusura affidata al Felix Mendelssohn. Incontriamo il grande compositore romantico Felix Mendelssohn-Bartholdy, in una fase precocissima della sua esistenza: dodicenne, ma già in grado di realizzare un catalogo impressionante grazie al confronto con modelli illustri, da Bach a Mozart, sopperendo così alla limitatezza delle proprie esperienze esistenziali. Al 1821 risalgono le prime due di dodici sinfonie per archi risalenti agli studi berlinesi. Il talento in erba vi realizza un compiuto microcosmo espressivo, come intenso l’Andante, che segue il fresco Allegro iniziale, la cui delicatezza mette a frutto il quieto misticismo insito in quella scrittura polifonica di ascendenza barocca, che infonde vita brillante all’Allegro vivace con cui si chiude questo lavoro.