Costantino Catena e le "dediche" di Franz Liszt e Robert Schumann - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Costantino Catena e le “dediche” di Franz Liszt e Robert Schumann

Costantino Catena e le “dediche” di Franz Liszt e Robert Schumann

Questa sera, alle ore 19, nella chiesa di San Giorgio, la presentazione del Bosendorfer Vienna

Di Olga Chieffi

Dal 1 al 7 giugno, nella splendida chiesa barocca di San Giorgio a Salerno, sono stati realizzati due CD sul nuovo Bösendorfer Vienna 280CV Concert Grand, in collaborazione con la Yamaha (che dal 2008 è proprietaria della Bösendorfer) e con l’etichetta giapponese Camerata Tokyo, di cui Costantino Catena è recording artist. Il nuovo Bösendorfer è un nuovo strumento che combina la grande tradizione austriaca con l’innovazione giapponese. L’etichetta Camerata – con la sua filosofia di registrazione di altissimo livello in acustica naturale – ne esalterà le caratteristiche sonore al massimo livello, testimoniate nei due lavori registrati uno con Catena solista, l’altro in duo con la pianista giapponese Aki Takahashi a quattro mani, registrazioni che verranno distribuite con la rivista Amadeus. Stasera, alle ore 19, in San Giorgio, il concerto di Costantino Catena, evento clou della presentazione del Bosendorfer nell’intero Centro Sud, che ha scelto per il pubblico salernitano due scambievoli dediche, la Fantasia di Robert Schumann dedicata a Franz Liszt e la Sonata di Liszt dedicata a Schumann. La Fantasia op.17 in Do Maggiore di Robert Schumann, inizialmente è pensata e scritta e dedicata a Clara Wieck, ed in una lettera indirizzata a Clara nel marzo 1836 Robert scrive: «II primo tempo è davvero quanto di più appassionato abbia mai fatto: un profondo lamento per te». La sopracitata citazione schlegeliana è scritta nella prima pagina della Fantasia op.17,è l’epigrafe dell’opera, e si trova accanto alla dicitura che riporta la dedica al Signor Franz Listz, piuttosto che a Clara Wieck Schumann ( Herrn Franz Listz zugeeignet – Komponiert 1835/6 . Erschienen 1839.) «Tra tutti i suoni [Töne], nel variopinto sogno terrestre, ne risuona uno, prolungato [Ein leiser Ton gezogen] per colui che segretamente ascolta». Così, le relazioni tematiche fra i tre movimenti possono essere interpretate come il propagarsi leggero del suono «per colui che segretamente ascolta», ma è soprattutto la struttura formale del primo movimento nel suo originale trattamento della forma-sonata a giustificare un’interpretazione narrativa. A chiudere la serata la Sonata in Si Minore di Franz Liszt dedicata nel 1854 a Robert Schumann. Formalmente, la Sonata – che si svolge senza soluzione di continuità – rassomiglia in un certo qual modo alla Fantasia Wanderer di Schubert, lavoro molto amato da Liszt, al punto di prepararne una versione per pianoforte e orchestra: si divide sostanzialmente nei quattro movimenti della sonata «classica» di stampo beethoveniano, ai quali si aggiungono un breve prologo e un epilogo riassuntivo (e dal manoscritto autografo si nota che Liszt resistette alla tentazione di terminare il lavoro in maniera virtuosistica), che è una delle creazioni più geniali di Liszt, che passa in rassegna i vari motivi, come in un sogno.