Così Pecoraro dava disposizioni dal carcere. - Le Cronache
Giudiziaria

Così Pecoraro dava disposizioni dal carcere.

Pina Ferro

Così Pecoraro dava disposizioni dal carcere.Intermediaria era la moglie Cinzia Rizzo a cui De Maio ha consegnato circa 100mila euro

Francesco Pecoraro e la sua famiglia si sentivano abbandonati e stavano attraversando un brutto momento economico dovuto al fatto che “i fratelli Bisogni, tenevano per se i guadagno derivanti dall’attività criminale”. Successivamente Sabino De Maio ha consegnato a Cinzia Rizzo quasi 100mila euro per il sostentamento della sua famiglia e del marito detenuto. Il ruolo di Cinzia Rizzo, moglie di Franco Pecoraro non era solo di intermediaria, spesso ha proposto idee successivamente concretizzate dai componenti il sodalizio. A raccontare retroscena e assetti del clan Pecoraro – Renna è il collaboratore di giustizia Sabino De Maio, che con dovizia di particolari ha delineato ruoli e vicende legate alle attività criminali. Da sempre legato ai Pecoraro, De Maio si è sempre adoperato anche per consentire alla famiglia del capoclan di non avere problemi di natura economica. E’ l’anno 2003 che segna l’inizio delle attività criminali di Sabino De Maio. Fin da subito lo fa come appartenente al Clan che dominava nella Piana del Sele e nei Picentini. “A quell’epoca i principali referenti del clan erano Sergio ed Enrico Bisogni e Roberto Benicchi, in particolare protagomista del traffico degli stupefacenti. Un primo momento di fibrillazione all’interno del gruppo vi fu nel 2006, quando fummo arrestati io, Biagio Parisi e Pierpaolo Magliano per una estorsione ai danni dei Vivai Sica di Battipaglia…… Quando poi tornai in libertà nel 2007… venni a sapere che Domenico Bruno detto “muzzico”, che la famiglia Pecoraro aveva grossi problemi economici, causati dal fatto che i gemelli Bisogni tenevano per se i guadagni derivanti dall’attività criminale. Per questo presi contatti attraverso Antonio Pecoraro, fratello di Francesco e Alfonso”. De Maio chiese a AntonioPecoraro di poter incontrare Cinzia Rizzo, L’incontro avvenne nel 2007, a Battipaglia. “In quella occasione la stessa mi confermò le difficoltà in cui la famiglia si trovava e mi esternò le problematiche ed i rancori del marito Francesco Pecoraro che si sentiva abbandonato. Per cui a quel punto decisi, assieme al mio gruppo, di ricominciare l’attività criminale per conto della famiglia Pecoraro…. Ricordo che in un mese e mezzo portammo a Cinzia Rizzo una somma pari a circa 50mila euro essenzialmente provento dell’attività estorsiva. In quel periodo, i fratelli Bisogni, anche su richiesta di Cinzia Rizzo erano stati di fatto emarginati per il comportamento tenuto”. Quindi secondo i racconti del collaboratore di giustizia, Cinzia Rizzo era “l’emissaria delle richieste e delle isruzioni che provenivano direttamente dal marito Francesco Pecoraro”. Intanto, i gemelli avrebbero continuati a portare avanti le loro attività forti della loro nomea criminale. Nel 2008 De Maio fu arrestato nuovamente e, in carcere incontrò Sergio Bisogni anche egli detenuto. Durante tale periodo di codetenzione furono riallacciati i rapporti e fu stabilito che una volta liberi avrebbero ridato vita ad un gruppo unito. Una volta libero De Maio comunicò a Cinzia Rizzo l’accordo stretto in carcere. Pare che la donna mostrò non poche perplessità. In particolare, temeva che anche De Maio potresse abbandonare la famiglia Pecoraro. Cosa che non avvenne, anzi il collaboratore contiuò a consegnare il denaro provento delle attività illecite alla moglie del capoclan. “Tra il 2010 ed il 2012, quando fui nuovamente arrestato, credo di aver portato alla Rizzo almeno 20/30mila euro”. Talvolta i soldi sono stati consegnati da Francesco Mogavero, di cui però pare che Cinzia Rizzo non si fidava. Mogaverò cerco di accreditarsi presso la donna in vari modi. “Tornando a Cinzia Rizzo, talvolta la stessa ci portava i progetti di natura criminale per come indicatole dal marito Francesco nel corso dei colloqui . Ricordo che una volta ci sollecitò a chiedere denaro all’imprenditore Nino…. titolare di una azienda agricola che a suo dire aveva fatto fortuna con i soldi dei Pecoraro, nonchè all’imprenditore Giovanni….: emtrambi furono avvicinati da me e pagarono denaro a titolo estorsivo pari a 10mila euro per uno. Ricordo che nel 28 fu proprio Cinzia Rizzo a suggerirci di cominciare ad entrare nel mercato dei trasporti dei prodotti ortofrutticoli creando un’agenzia. All’epoca non se ne fece niente pervhè nello stesso periodo Francesco Mogavero apriva la Atm, per cui decidemmo di agganciarci a lui”. Stando al racconto di De Maio sarebbe stata sempre la Rizzo, che all’epoca lavorava alla Bonduelle a suggerire a De Maio e company l’affare dei trasporti. Nel corso degli anni i rapporti con i Bisogni si sono raffreddati più volte. “Sino al momento del nostro arresto, i Pecoraro hanno continuato a ricevere denaro attraverso Cinzia Rizzo per Francesco Pecoraro, mentre la famiglia di Alfonso Pecoraro ha continuato, sino ad oggi, a ricevere denaro dagli imprenditori Gaetano Rocco e Marcello Maddalo, infine per quanto riguarda la famiglia Renna se ne sono sempre occupati Sergio ed Enrico Bisogno”