Cosentino verso il carcere. Il Pdl si ribella - Le Cronache
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Cosentino verso il carcere. Il Pdl si ribella

Nicola Cosentino, l’ex sottosegretario all’Economia del governo Berlusconi, ex coordinatore campano del Pdl e da venerdì ex parlamentare, si prepara ad affrontare il carcere. Starebbe meditando se costituirsi spontaneamente oppure attendere l’iniziativa dell’autorità giudiziaria. L’avvocato Stefano Montone, che assiste Cosentino assieme al collega Agostino De Caro, ha spiegato che la decisione spetta a Cosentino e che tuttavia fino al completamento delle procedure per l’insediamento del Parlamento non potrebbe presentarsi in alcun penitenziario e nessun penitenziario potrebbe accoglierlo. E’ da venerdì infatti che per Cosentino, venendo meno le garanzie costituzionali da deputato, diventeranno eseguibili le due ordinanze di custodia cautelare in carcere firmate nei suoi confronti dai magistrati della Dda napoletana nell’ambito di due distinte indagini: una per concorso esterno in associazione camorristica e l’altra per ipotesi di corruzione e reimpiego di capitali illeciti, misure di recente confermate dai giudici dei due collegi del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che hanno respinto la richiesta di revoca avanzata dalla difesa. I legali di Cosentino hanno già presentato ricorso al Riesame, l’udienza non è stata ancora fissata. Cosentino, da venerdì potrebbe entrare, dunque in carcere, Tra le ipotesi, oltre ad una delle case di reclusione campane (Napoli o Benevento) è possibile che si presenti in un penitenziario fuori regione. «C’è massima discrezione su questo punto – ha affermato Montone – si eviterà la spettacolarizzazione, sotto il profilo amministrativo sarà il Dap a decidere».
E il Pdl continua la sua battaglia contro gli attacchi che il Cavaliere e parte del suo entourage stanno ricevendo da alcuni magistrati. Il Popolo della Libertà campano fa quadrato intorno al suo ex coordinatore regionale Nicola Cosentino.
L’ex ministro Mara Carfagna dice: «Il tentativo di arrivare a tutti i costi ad una sentenza del Tribunale di Milano, la richiesta della Procura di Napoli di giudizio immediato per il presidente Silvio Berlusconi, l’ostinazione con la quale non sono state revocate le ordinanze di custodia cautelare per Nicola Cosentino, confermano che una parte della magistratura voglia sovvertire a tutti i costi il risultato elettorale di febbraio. E guai al popolo che affida il proprio destino solo alla giustizia degli uomini». «Ha ragione il coordinatore regionale del Pdl, senatore Nitto Palma – aggiunge Carfagna – quando dice che probabilmente l’avere il consenso della maggioranza dei cittadini della Campania venga valutato da parte della magistratura come un reato di lesa maestà. E se anche il professore Ernesto Galli della Loggia, che certo non può essere tacciato di propagandismo per il centrodestra, proprio ieri a Napoli, ha dichiarato che “la sinistra non vincerà mai ma è bravissima a demonizzare l’avversario e che in questo Paese chi va a destra entra nel mirino del discredito sociale, intellettuale e politico”, mi fa dire che non solo in Italia è in atto un uso strumentale dell’azione giudiziaria da parte di alcune Procure ma che una minoranza politicizzata della magistratura, magari pronta anche a candidarsi a qualche prossima scadenza elettorale, come gia’ accaduto per Igroia, De Magistris e Di Pietro, dopo aver fatto scempio del proprio ruolo e della propria funzione, finisce per delegittimare quanti nella Magistratura, e sono la maggioranza, sono garanzia di equità e rispetto dei ruoli istituzionali». Solidarietà è stata espressa a Cosentino dai senatori del Pdl Fasano, Cardiello e Compagna: «Nel furore giustizialista di queste giornate a poche ore dall’arresto dell’amico e collega Nicola Cosentino gli esprimiamo la nostra umana solidarietà. Il Signore gli dia la forza in questo momento drammatico e rimanere lucido per dimostrare la sua innocenza. Concordiamo con le valutazioni espresse più volte dal senatore Nitto Palma sul caso Cosentino. Siamo sconcertati della richiesta della Procura di Napoli di un giudizio immediato per il Presidente Berlusconi sul caso del senatore De Gregorio. Il disegno di eliminare per via giudiziaria il Presidente Berlusconi appare sin troppo evidente a conferma del ruolo della funzione politica che tengono ad assumere alcune procure».

 

13 marzo 2013