Pasticceri ma anche baristi in agitazione. In molti si lamentano delle misure stringenti di distanziamento, con l’ultima che riguarda la serrata all’entrata dell’esercizio commerciale. Tavolini a sbarrare il passo, misura anche necessaria per evitare che qualcuno s’introduca arbitrariamente negli esercizi commerciali, perché la vendita diretta non è ancora possibile. L’asporto a molti pasticcieri, con quest’ultima misura che mantiene rigidamente fuori dal negozio la clientela non piace proprio. «Stiamo osservando tutte le regole. – osserva Giuseppe Faiella dell’omonima pasticceria – Ma ci sembra, e lo ripeto, che tutte queste normative igieniche siano state adottate soltanto per queste categorie. Non vediamo e non notiamo ancora che altri esercizi commerciali, in materia alimentare, si attrezzino come stiamo facendo noi. Sembriamo dei chirurghi nei nostri esercizi commerciali, e con tutto il dovuto e giusto rispetto per la categoria. Ma non si poteva evitare anche il tavolino a sbarrare l’ingresso?». Un’ulteriore chiusura, dunque, che non è piaciuta ma che, forse, è necessaria, per evitare pericolosi contatti che restano banditi. Del resto, l’asporto non presuppone contatti e soprattutto la necessaria entrata all’interno dell’esercizio commerciale. «Capisco che l’emergenza c’è ancora, ma c’è anche il timore che tutto questo faccia da deterrente con la clientela che potrebbe anche allontanarsi. Ci stiamo rimettendo in gioco, per passione ma anche per necessità. Vogliamo rimettere in moto l’economia e ritornare alla vita. Ma datecene la possibilità».
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