Clemente Guerra (Vita): «La Costituzione è stata calpestata» - Le Cronache
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Clemente Guerra (Vita): «La Costituzione è stata calpestata»

Clemente Guerra (Vita): «La Costituzione è stata calpestata»

di Arturo Calabrese

Nell’agone politico per le elezioni del 25 settembre prossimo, entra anche il nuovo partito “Vita” che è riuscito a raccogliere le firme necessarie per la candidatura. Candidato nel collegio plurinominale che comprende la provincia di Salerno e di Avellino per la Camera è Clemente Guerra. “I provvedimenti del Governo durante la pandemia, coi vaccini, coi green pass, hanno calpestato la Costituzione. Sono stati un sopruso al quale siamo stati sottoposti. Il vaccino era ed è un siero sperimentale ed io per non essermi adeguato sono stato sospeso dal lavoro. Come me anche mia moglie. Non nego il Covid, ma ho vissuto ingiustizie. “Vita” si oppone al 5G e alle radiazioni che ne derivano perché ne va della salute nostra e dei nostri figli”. Questo il pensiero di Guerra che espone anche altri punti del programma politico ed elettorale di Vita.

Cominciamo dal principio: cosa è “Vita” e quali sono i suoi obiettivi?

“Vita nasce dall’idea di Sara Cunial che è riuscita a mettere insieme vari attivisti e varie realtà, non solo politiche, nate durante i due anni e mezzo di pandemia e coinvolge “Alleanza Nazionale Stop 5G” di Maurizio Martucci, “No Paura Day” di Paolo Sensini, “3V” di Luca Teodori, “Sentinelle della Costituzione-Io sto con l’Avvocato Polacco” di Eduardo Polacco, “Il Popolo Italiano” di Rosario Rocco del Priore e “Il Popolo delle mamme” di Simona Boccuti. Sono cinque diverse aree che sono confluite in Vita. A differenza di ciò che si dice, e cioè che i piccoli partiti definiti anti-sistema non si sono uniti, con questa nuova alleanza ciò è avvenuto e noi siamo qui a dimostrarlo. L’obiettivo principale è quello di ristabilire le libertà naturali e costituzionali. Dal nostro punto di vista, c’è stato un sopruso e la Costituzione è stata calpestata per vari motivi. Nessuno nega la problematica del Covid o quant’altro, tutto ciò che ne ha conseguito, però diciamo che costituzionalmente le cose non sono state sempre giuste. Io stesso sono stato radiato dal lavoro perché avevo deciso di non vaccinarmi perché sono cardiopatico e come me mia moglie. Avevo paura di sottopormi ad un siero sperimentale che poi è stato confermato essere sperimentale ed ho vissuto sulla mia pelle questa discriminazione. Le libertà costituzionali sono i nostri punti fondamentali e tra essi mi preme molto la tematica del 5G e il riconoscimento delle malattie correlate a queste radiazioni. Per la prima volta in Italia viene proposta questa tecnologia e sappiamo che molte persone hanno seri problemi se esposte a tali radiazioni, sia che esse provengano da un microonde e sia dalle celle telefoniche. Riconoscere che questa è una malattia è un passo in avanti. Combatteremo contro la scomparsa del contante che è un ulteriore salto nel vuoto nell’avanzamento della tecnologia”.

Quali sono le emergenze della provincia di Salerno?

“L’esodo dei giovani. Essi continuano ad andare via, a lasciare i propri paesi, a lasciare il Sud, ma anche a lasciare l’Italia. Tutto ciò è fisiologico perché non si creano opportunità, non si creano attrattive, non si creano alternative. Quindi questo purtroppo è uno dei fardelli pesanti di queste nostre aree. La scuola è un’altra emergenza, la mancanza di viabilità, l’assenza di infrastrutture minime, il progressivo annullamento dei servizi essenziali. Il turismo viene messo a dura prova: senza servizi come è possibile costruire entrate economiche che valorizzino i centri? Non si può, non è così che si deve fare ed è doveroso dunque un impegno per lo sviluppo di tali elementi. A livello nazionale si corre per inseguire la tecnologia, ad esempio il 5G, ma sui territori poi manca anche una semplice linea internet. Questo paradosso non può esistere”.

Caro bollette, crisi energetica: qual è la vostra posizione?

“Sul caro bollette c’è l’effetto che ha determinato questo problema ed anche la speculazione. Anche dalla mia personale esperienza posso dire che il rincaro del gas non è dovuto soltanto a ciò che passa dalla narrazione e cioè la Russia che chiude i rubinetti. Noi Italia ci forniamo di gas dall’Algeria, dalla Tunisia, dai Paesi arabi e lì non c’è stato nessun cambiamento ma poi sentiamo che Eni fa 7 miliardi di euro di utili. C’è qualcosa dunque che non va. Il problema è sempre a monte: le grandi aziende che attraverso le lobby gestiscono le politiche dei vari Paesi e quindi bisogna tenerle d’occhio e soprattutto osservare il loro comportamento nel rapporto tra pubblico e privato. I prezzi devono essere necessariamente calmierati ma vedere tanti sprechi fa male. Spendiamo il 2% di Pil rifornire l’Ucraina di armi quando una parte di quei soldi potrebbe essere spesa per aiutare cittadini e aziende, per abbassare i costi, per rendere la vita più facile. I problemi sussistono e i grandi cervelli che oggi siedono in parlamento dovrebbero fare posto a chi davvero può risolverli definitivamente”.