Vogliamo essere trattati come detenuti, non come bestie. A scrivere sono in cinque carcerati della terza sessione dell’ istituto penitenziario di Fuorni a Salerno. Tengono a precisare di non aver preso parte a nessun tipo di rivolta riferendosi a quella scoppiata il 9 marzo scorso come precisano, quasi a ringraziare, che il loro appello è rivolto a tutti quelli che stanno lottando contro questa pandemia. Ma, dicono i cinque detenuti, le condizioni disumane in cui sono costretti a vivere non possono essere piu’ taciute perchè ledono la dignità di esseri umani. Il racconto che fanno della loro quotidianità nel carcere è legato molto anche a questo particolare momento di crisi seguito alla pandemia: non veniamo riforniti di nessun igienizzante, scrivono, a parte una volta al mese quando ci viene fornita una bottiglia di ammoniaca profumata. E tutto questo in una condizione disumana di sovraffollamento: siamo in sei persone all’interno di una cella di otto metri quadrati, le aree di passeggio sono sporche, igiene zero. Le aree dove si cammina fuori dalle celle sono piene di spazzatura e di residui di calcinacci. Non va bene neanche per l’igiene personale. Sempre sulla lettera si legge che sono state messe a disposizione ventisei lavatrici ma ad oggi, la lettera risale al 14 aprile scorso, scrivono sempre i cinque detenuti, non sono state ancora attivate. Così i detenuti sono costretti a lavare a mano i panni senza avere neanche la possibilità di farli asciugare al sole visto che mancano gli stendini. L’alternativa sarebbe aspettare una volta al mese quando si puo’ fare il bucato nella lavanderia del carcere. Difficile il rapporto con la direzione della casa penitenziaria il cui comportamento viene definito non certo democratico. Neanche per la santa pasqua i detenuti, hanno potuto ottenere a loro spese, prodotti pasquali. Non sono riusciti a poter avere del formaggio per condire gli alimenti. Viviamo in una situazione allucinante e disumana che chiedono finisca restituendo dignità a chi sta scontando gli errori che ha commesso e non per questo deve essere considerato un animale privo di ogni diritto.
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