Cerci attacca la Salernitana - Le Cronache
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Cerci attacca la Salernitana

Cerci attacca la Salernitana

SALERNO – 56.01 minuti trascorsi in campo nelle quattro presenze, tutte spezzoni di partita, per Alessio Cerci. Negativa la prima parte dell’esperienza alla Salernitana per il pupillo di Gian Piero Ventura. Proprio il tecnico ligure, appena insediatosi sullo scranno granata, ha fortemente voluto l’attaccante reduce dalla sfortunata esperienza in terra turca nelle fila dell’Ankaragucu. Un lungo tira e molla estivo prima della sospirata fumata bianca, proprio alla vigilia dell’inizio del campionato cadetto. “ha bisogno di tempo”, disse Ventura che però mai avrebbe immaginato di dover aspettare tanto per lanciarlo sul terreno di gioco. 19’ con il Benevento al suo esordio, 12’ a Trapani, 21’ con il Frosinone, 2’ con il Perugia. A quel punto per Cerci si è riaperto il calvario, con tante mancate convocazioni e con un infortunio di cui è stato vittima due settimane fa e che l’ha messo fuori casa almeno per un altro mese. E’ stato lo stesso Cerci, dal suo profilo Instagram attacca la Salernitana, a fare chiarezza sulle sue condizioni fisiche pubblicato il referto medico, a firma del dottor Matteo Consiglio, con la diagnosi di “Lesione muscolare di grado elevato del vasto laterale sinistro” con tanto di lungo commento, anche un pizzico velenoso: “Dato che –ha spiegato polemicamente l’attaccante- non è stata fatta chiarezza, questo è il referto della mia risonanza. Lunedì 2 dicembre durante un allenamento ho subito un colpo molto forte da un compagno. Purtroppo, questo colpo ha causato una lesione importante al muscolo. Ecco il perché del mio stop. Sto facendo di tutto e di più per guarire il più in fretta possibile. Abbiate pazienza –ha concluso cerci rivolgendosi ai tifosi granata- non ho colpe questa volta. Io sono più carico di voi nel voler tornare presto in campo”. L’obiettivo per Alessio Cerci, a questo punto, è quello di tornare all’inizio del girone di ritorno, sfruttando al massimo la sosta invernale per recuperare la migliore condizione psicofisica.