Caterina Sala: un doppio debutto - Le Cronache
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  Caterina Sala: un doppio debutto

  Caterina Sala: un doppio debutto

Abbiamo incontrato la giovanissima Gilda del centocinquantenario del teatro Verdi alla vigilia della sua performance, una prima anche l’incontro con il sentire musicale di Daniel Oren

di Luca Gaeta

Classe 2000, vincitrice vincitrice del 70° Concorso ASLICO per giovani cantanti lirici 2019, ha debuttato presso il Teatro alla Scala di Milano, di cui frequentava l’accademia, nel ruolo di Ermione nell’opera Die ägyptische Helena di Richard Strauss. Un doppio debutto per lei qui a Salerno, in primo luogo nel ruolo di Gilda nel Rigoletto del centocinquantenario del teatro Verdi, il secondo il primo incontro con la bacchetta di Daniel Oren, una performance di razza sia per la sua appartenenza ad una musicalissima famiglia, sia per la sua grande passione per i cavalli. L’abbiamo incontrata alla vigilia dell’attesissima prima che inaugura la nuova stagione lirica.

Come ti sei avvicinata al mondo della musica e della lirica in particolare?

La musica ha sempre fatto parte della mia vita. Nella mia famiglia siamo tutti musicisti. Cinque figli, più ovviamente i miei genitori, con i quali, tutt’insieme, abbiamo formato un gruppo vocale, esibendoci in numerosissimi concerti. Questo da quando io avevo cinque anni. Inoltre mio padre lavora nel Coro del Teatro alla Scala di Milano, mentre mia madre è una musicologa. Quindi per me è sempre stato naturale e familiare essere in contatto con la musica. Poi mio padre oltre ad esercitare la professione di cantate, nel Coro della Scala, come dicevo, è anche pianista e preparatore di numerosissimi cantati. Quindi ho avuto modo, oltre che studiare canto con lui, anche di seguire le sue lezioni ad artisti che si accingevano a debuttare ruoli importanti, facendo tesoro di quei momenti.

Come ti sei preparata per affrontare il personaggio di Gilda?

Come accennavo prima, durante le lezioni che mio padre teneva, spesso il personaggio di Gilda era il ruolo da preparare e studiare. Più in generale l’opera del Rigoletto, nei suoi vari interpreti. Quindi quest’opera e questo personaggio, che per me rappresenta un debutto, sono del tutto familiari. Ovviamente altra cosa è trovarsi in prima persona ad affrontare e portare in scena Gilda. Le difficoltà vocali sono notevoli, basti pensare all’aria “Caro nome”, ma a tutti i duetti, al finale dell’opera. Per quanto riguarda invece la caratterizzazione di questo personaggio, trovo che le insidie siano alla pari della sua difficoltà vocale. Gilda è “un angelo”, che decide per amore di immolarsi. La sua è una purezza, non priva di carattere e di impulsività. In questa direzione la musica di Verdi ci aiuta in modo esemplare, suggerendo, grazie alla sua musica, il percorso più naturale per la scena.

Se dovessi indicarmi tre soprani del passato, anche recente o del presente, che in qualche modo rappresentano un tuo ideale di soprano e dai quali tu trai ispirazione, chi indicheresti?

Una domanda di non facile risposta! Può sembrare immediata come soluzione, ma in primis Maria Callas. Lei ha riscritto la figura del soprano, ancor prima di quello della diva. E ci tengo a sottolineare questo distinguo, in quanto la sua meticolosità tecnica e il suo continuo ricercare il suono adatto, traspare dai documenti audio di cui siamo in possesso; e che costituiscono un vero e proprio oggetto di studio, oltre che di “culto”. Poi Mirella Freni: una vocalità limpida, sempre dalla pronuncia impeccabile. Il dato straordinario di questa grande artista consisteva nel fatto che interpretando un personaggio, riusciva a immedesimarsi in modo così realistico, da diventare egli stessa il personaggio. Un esempio su tutti è la sua Mimì. Per completare la triade Anna Netrebko, una diva e cantate dei nostri giorni.

È la prima volta che collabori con il maestro Oren?

Si, ci sono diverse “prime” in questo Rigoletto. La prima volta qui a Salerno, con il maestro Oren e, come accennato prima, è il mio debutto nel ruolo di Gilda. Quando ho realizzato che avrei lavorato con il maestro Oren è stata un’ emozione fortissima. Un artista dotato di grande musicalità e competenza, soprattutto nel repertorio lirico, che affronta con grande rispetto della partitura e delle voci.

Quali saranno i tuoi prossimi impegni?

A giugno prossimo sarò all’Arena di Verona per interpretare Frasquita nell’opera Carmen di Bizet. Poi Norina e Musetta, rispettivamente dal Don Pasquale e da La Bohème, al Massimo di Palermo.