Cassa integrazione non applicata a tutti: scontro tra sindacati e Cstp - Le Cronache
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Cassa integrazione non applicata a tutti: scontro tra sindacati e Cstp

Figli e figliastri. Le modalità con cui i vertici del Cstp vorrebbero applicare la cassa integrazione in deroga ai dipendenti in esubero proprio non piacciono ai sindacati. Manca il principio della rotazione quindicinale dell’applicazione dell’ammortizzatore sociale tra gli 88 dipendenti giudicati in esubero. In sostanza, secondo i vertici aziendali, tra le figure in esubero ce ne sarebbero alcune giudicate intoccabili e a cui la cassa integrazione non dovrebbe essere applicata. Di avviso completamente opposto sono invece i sindacati di categoria che a gran voce, proprio in virtù della mancanza del requisito della rotazione quindicinale (previsto per legge) dell’applicazione della cassa integrazione nelle intenzioni dell’azienda, avevano chiesto un confronto. Un confronto che c’è stato nel tardo pomeriggio di ieri ma che non ha prodotto alcun risultato se non quello del muso a muso tra le parti. Nessuna intesa tra Cstp e sindacati, dunque. Un requisito di fondamentale importanza ad avviso delle parti sociali che non faranno alcun passo indietro sulla questione. Come spiega Amedeo D’Alessio, segretario provinciale della Filt Cgil: «E’ vergognoso che vogliano fare questo fritto misto, scegliendo a proprio piacimento chi deve andare in cassa integrazione e chi no, basandosi esclusivamente su un criterio unilaterale. Non esiste alcuna figura indispensabile. La cassa integrazione in deroga dovrà essere applicata uniformemente». Stesse parole che arrivano dal segretario della Fit Cisl provinciale, Sergio Galdi: «Non si può fare a chi figlio e a chi figliastro. La cig in deroga dovrà essere applicata ugualmente, a rotazione quindicinale, a tutti i lavoratori che risultano in esubero. Il discorso fatto dall’azienda, di alcune figure che sarebbero indispensabili, non sta in piedi». Se la matassa non sarà sbrogliata, i sindacati si appelleranno alla Regione Campania (concessionaria delle cigs). Un altro tema, correlato, sostanzialmente a quello degli esuberi è quello inerente alle consulenze esterne di cui i sindacati hanno chiesto nuovamente l’azzeramento. Un modo che potrebbe anche aiutare a fronteggiare proprio la questione degli esuberi aziendali, internalizzando anche mansioni d’ufficio attualmente affidate a professionisti esterni. «Abbiamo ribadito il concetto delle consulenze – spiegano D’Alessio e Galdi – richiedendone nuovamente l’azzeramento. Ci sono figure professionali attualmente in esubero che potrebbero tranquillamente svolgere ruoli che, allo stato, sono ricoperti da persone esterne all’azienda. Il momento è delicato e bisogna economizzare quanto più è possibile e ridurre ad ogni occasione gli esuberi». Intanto, dal primo febbraio, saranno operativi alcuni interventi come la chiusura del quarto piano dello stabile sociale di piazza Luciani, l’ottimizzazione dei servizi di Mercato San Severino; la chiusura dell’ufficio di Santa Maria di Castellabate e successivamente quella della palazzina pagani. Arriveranno a breve anche pezzi di ricambio per 90000 euro ed inoltre è prevista la revoca del contratto alla ditta che si occupa del riformimento dei bus. Sul tavolo, nei prossimi giorni, anche le modalità per la nuova bigliettazione aziendale, quella scissa da Unico Campania (il cui biglietto resterà comunque attivo per le tratte combinate Sita – Cstp). Sulla questione bigliettazione è intervenuto nuovamente l’assessore alla mobilità del Comune di Salerno, Luca Cascone:«A cadenza bimestrale il mio omologo provinciale (Luigi Napoli, ndr) si interessa al Cstp. Ho appreso che una Delibera di Giunta, quella sui tagli programmati per il 2013, può anche essere “non attuativa” e che, a differenza di quanto sapevo, il Cstp intende uscire da Unico Campania. Avevamo incontrato nei mesi scorsi l’azienda, chiedendo cosa si intendesse fare in merito ma ci era stato detto che in una fase delicata come questa non si poteva sostenere una riduzione sui biglietti del 10%. Purtroppo anche in una situazione aziendale così delicata, invece di parlare del Piano Concordatario, si continua ad utilizzare Cstp per fare politiche e clientele, e non si opta per una gestione oculata e sobria».