Caso Cipriani, i nonni dei bimbi: «Abbiamo soltanto difeso i nostri nipoti» - Le Cronache
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Caso Cipriani, i nonni dei bimbi: «Abbiamo soltanto difeso i nostri nipoti»

«Non piango, lacrime non ne ho più» esordisce così Antonietta Cuozzo, la nonna di Carlo e Luca i due bambini allontanati dalla madre accusata di Pas. Una donna minuta, con uno sguardo fiero e l’atteggiamento di chi dell’educazione e della dignità ne ha fatto uno stile di vita. «Sono una mamma addolorata, una nonna straziata». Inizia così dopo averci ricevuto in cucina e mentre mette su un buon caffè. Un ambiente sereno, una casa tranquilla. Mentre l’odore del caffè si fa più intenso la signora si accomoda e inizia a raccontare quella che per lei è stata la giornata più dolorosa della sua vita. «Ci hanno bloccati davanti al cancello, ero in auto con mia figlia e si sono avvicinati senza nessun riguardo, senza una parola. Sventolavano soltanto dinanzi agli occhi di mia figlia un foglio e le intimavano di darle i figli. Uno dei poliziotti si avvicina e senza ancora spiegare cosa stesse succedendo toglie le chiavi della macchina inserite. E’ decaduta la patria podestà consegnateci i bambini. Una doccia fredda, l’avvocato non ci aveva avvertito di nulla. La notifica sembra non fosse arrivata in tempo utile. La sua parola non conta nulla mentre vedo mia figlia spiegarsi e cercare di mediare. Nessuna pietà. Io bloccata in auto da una delle assistenti che mi continuava a ripetere che dovevamo pensarci prima. Ma a cosa dovevamo pensare prima? Abbiamo solo difeso i miei nipoti. C’è un referto che sono stata strattonata e devo ringraziare il medico dell’ambulanza che è giunto sul posto. Modi indicibili, mentre cercavano con forza di tirare fuori i miei nipoti dall’auto. Temevo per la salute di mio nipote Carlo che intanto aveva avuto una crisi respiratoria dovuta alla paura di quelle persone che cercavano con violenza di tirarli fuori dall’auto. Temevo le sorti di mia figlia che intanto era stata rinchiusa in una delle loro auto e chiedeva aiuto mentre le sventolavano dinanzi le manette. Durante queste scene c’era uno di loro che a noi hanno detto fosse della polizia scientifica che sembrava riprendesse le scene. Perché non fa vedere questo video? O hanno ripreso solo quello che interessava a loro? Prima o poi la verità verrà a galla e tutte queste persone si vergogneranno per il male che hanno arrecato a questi bambini. Il mio braccio sanguinava, mi tiravano le caviglie. I miei nipoti non meritavano di vedere una scena del genere. Un dolore fisico e un dolore psicologico che non mi passeranno mai. Non siamo una famiglia che è solita fare sceneggiate, non fatevi ingannare dalle false lacrime e mi fanno male le persone che credono che potremmo mentire su cose del genere che tra l’altro sono al vaglio degli inquirenti. Sono fatti veri e realmente accaduti, le sceneggiate le lasciamo fare agli altri».

Veniamo alle registrazioni. Molti accusano vostra figlia per le scene riprese?

«Mia figlia è una donna rimasta sola che nessuno ha voluto credere nonostante le prove. Era ora che portasse qualcosa di concreto che dimostrasse la veridicità delle sue parole. Al momento del blitz lei ha chiamato la polizia per avere un aiuto, un confronto. Nessuno ci ha soccorso e Donatella ha pensato di difendersi. Ha fatto ciò che fa una mamma, una mamma vera che da otto anni cresce i suoi figli da sola».

Che appello fa alle istituzioni?

«Pensate anche ai vostri figli e passatevi una mano sulla coscienza. La Pas è stata squalificata come teoria. Non posso credere che togliere dei figli ad una madre giusta possa far dormire a chi di dovere sonni tranquilli»

Come sono stati questi otto anni per Donatella e i suoi bambini?

«Un padre lontano e indifferente. Una storia triste e violenta che non sto qui a raccontare sarà chi di dovere a dimostrare la verità di ciò che è realmente accaduto. So che mia figlia ha cercato in tutti i modi di dare ai figli e al loro padre la possibilità di frequentarsi serenamente. Mia figlia voleva che i figli avessero un padre. Abbiamo permesso sempre che venisse e che spiegasse le sue ragioni nel passato. Speravamo che questa famiglia si ricomponesse c’era un bambino di pochi mesi e uno in arrivo, ma mia figlia è stata vittima di violenze verbali e fisiche così come i bambini e io come madre e come nonna non posso abbandonarli»

Ora i suoi nipoti rischiano l’adozione?

«Se cercate bambini da dare in adozione date i vostri e non togliete i figli a mia figlia che è una mamma sana che sta soffrendo di un dolore immenso e che non merita dopo tutto quello che ha passato di stare lontana dai suoi bambini».

 

Il nonno.

Salvataore Cpriani era a letto a riposare per un problema di circolazione. Non si è accorto di nulla fino a quando non è uscito davanti l’abitazione. Si è accorto così che la Polizia stava portando via i suoi nipotini. «Ho pensato potessero essere delle persone mandate dal padre – dice -, poi ho capito che era la Polizia». Straziante il racconto di ciò che ha vissuto il 15 marzio scorso. «Quando mi sono avvicinato i miei nipotini gridavano “nonno, nonno”. Chiedevano il mio aiuto – continua -. Ma a quel punto die energumeni mi hanno bloccato». La rabbia di Salvatore riguarda soprattutto il porvvedimento del giudice per i minorenni di Salerno. Il provvedimento di Pas coinvolge anche i nonni materni. E quella parola: invischiati, contenuta nel documento firmato dal giudice proprio non è andata giù al nonno. «Io sono cresciuto e ho insegnato ai miei figli una dirittura morale e un’educazione impeccabile – afferma -. Ho insegnato la bontà verso il prossimo. E poi mi sento definire dal giudice come un invischiato. Questa cosa mi ha ferito profondamente. Il giudice non mi conosce. Non può definirmi così. Non abbiamo mai parlato male del papà con i bambini e così ha fatto mia figlia. Se i bambini sono educati il merito è anche nostro. Mia figlia si è sacrificata per i figli, non possono farle questo».

24 aprile 2013