Carnevale a Ravello con Marta Argerich - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Carnevale a Ravello con Marta Argerich

Carnevale a Ravello con Marta Argerich

Questa sera, alle ore 20, sul Belvedere di Villa Rufolo la pianista si esibirà in duo con Akané Sakai e la Franz Liszt Chamber Orchestra diretta da Gàbor Takàcs-Nagy

Di Olga Chieffi

Ci eravamo lasciati con Martha Argerich, sul Belvedere di Villa Rufolo, in quel ventoso 13 settembre di tre anni fa, quando regalò, da madrina della Neojiba Orchestra, la formazione giovanile dello Stato di Bahia, diretta da Ricardo Castro, nata sulle tracce del famoso “El Sistema” venezuelano ideato da Josè Antonio Abreu uno dei suoi cavalli di battaglia, il concerto in Si bemolle op.23 di Petr Il’ic Cajkovskij. La ritroveremo stasera, alle ore 20, sullo stesso palcoscenico a getto sul mare, con la Franz liszt Orchestra diretta da Gàbor Takàcs-Nagy, per l’esecuzione in duo con Akané Sakai, del celeberrimo Carnaval des Animaux di Camille Saint-Saens, che ricordiamo, diversi anni or sono, eseguito incantevolmente al festival di Ravello da Katia e Mirelle Labèque. Nella sua lunga vita e carriera professionale Saint-Saëns ha scritto centinaia di composizioni e molta musica a soggetto teatrale. “Il carnevale degli animali” fu composto nel 1886 durante un periodo di riposo a Vienna e fu eseguito privatamente nel 1887, per la festa del martedì grasso. Scritto come scherzo musicale, Il carnevale degli animali divenne noto per i suoi toni umoristici e canzonatori. I 14 brani, tutti molto brevi, ritraggono ciascun animale attraverso una raffinata scelta timbrica e una sapiente orchestrazione. Non mancano riferimenti dichiaratamente satirici e ironici al mondo musicale come nella grottesca raffigurazione dei pianisti o dei critici musicali (personaggi dalle lunghe orecchie). La comicità del brano è data da citazioni esplicite di brani o motivi di celebri musicisti (Offenbach, Berlioz, Rossini). La “Introduction et Marche Royale du Lion”, apre la fantasia, con seriosità marziale interrotti dai gravi ruggiti cromatici. “Poules et Coqs” seleziona i pianoforti per una raffigurazione onomatopeica. La didattica si affaccia in “Hémiones (animaux véloces)”, dove scale e arpeggi hanno il sapore dello studio. In “Tortues” troviamo la citazione del celebre can-can dall’Orfée aux enfers di Offenbach, sul sostegno del primo pianoforte, con un tempo “da tartaruga”, come si suol dire. La “Danza delle silfidi” dalla Damnation de Faust di Berlioz e l’aereo scherzo dal Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn vengono appesantiti dal contrabbasso che, accompagnato dal secondo pianoforte, suona “L’Éléphant”. I salti delle due tastiere si alternano in “Kangourous”. L’armonia cromatica e una timbrica perfetta, gli arpeggi dei pianoforti con “una corda”, creano l’ambientazione spaziale di “Aquarium”. Il pianoforte riprodurrà, quindi, i due violini, che si alternano nei grandi salti dei “Personnages à longues oreilles”. Ed ecco un altro stereotipo romantico, con “Le Coucou au fond des bois”, dove in primo piano sono gli accordi misteriosi dei due pianoforti (una corda) e, fra le quinte, un martellante intervallo caratteristico. E non meno stereotipate sono le volatine e i rincalzi dei pianoforti, in “Volière”. Fra i tanti animali non mancano i “Pianistes”, che mettono in berlina gli esercizi meccanici, goffamente eseguiti, dei principianti, ogni volta ascendendo di un semitono, con i secchi accordi degli archi. Quanto ai “Fossiles”, è in questo “Allegro ridicolo” che vengono inserite le citazioni più cospicue, ironiche e autoironiche, con la Danse macabre dello stesso Saint-Saëns, le canzoni popolari J’ai du bon tabac, Ah! Vous dirai-je, maman, Partant pour la Syrie, nonché la cavatina della “vipera” dal Barbiere di Rossini. Il brano più celebre è però “Le cygne”; il delicatissimo accompagnamento dei due pianoforti fa nell’originale da sfondo a una melodia lunga e levigatissima, suadente, del violoncello, tutta giocata sulla linearità e sulla capacità di rinviare da semifrase a semifrase l’atteso riposo. Dopodiché, il “Final” è un galop in cui riaffiorano lacerti provenienti da tutta la fantasia, in un carosello sintetico e brillantissimo. La serata sarà inaugurata dal Divertimento n°1 in Re maggiore K 136 composto da Wolfgang Amadeus Mozart, nato a Salisburgo nel periodo di preparazione del terzo viaggio in Italia, in cui stile e forma inclinano verso il nostro gusto, mentre in alcune parti contrappuntistiche e tematiche affiora l’influsso tedesco dei due Haydn. Si procederà, quindi con l’ Angelus! Prière aux anges gardiens -Andante pietoso (mi maggiore), di Franz Liszt, primo pezzo della terza serie degli Anneès de Pelerinage dedicato alla nipotina Daniela von Bülow , una Preghiera agli angeli custodi, la preghiera serale che chiude la giornata nel ricordo dell’annunciazione dell’angelo a Maria. Scritto 1877 a Tivoli Liszt, che ascolteremo nella versione per quartetto d’archi, è caratterizzata da delicati accordi che evocano il suono della campana che accompagnava la recita dell’Angelus. Finale affidato alla tromba di Làszlò Toth, per l’esecuzione del Concerto n°1 per pianoforte, tromba e orchestra d’archi op.35 di Dmitrj Sostakovic, datato 1933, dall’ispirazione costantemente tesa tra graffiante ironia d’impronta clownesca e nostalgici abbandoni lirici entrambi accentuati dall’impiego dell’ottone, attraverso la quale le due componenti risultano non poco esasperate, mentre il pianoforte presenta nei tempi veloci una forte componente percussiva e una condotta ritmica allucinata.