Cardiologia: riduzione dei posti letto Margaret Cittadino:«E' inaccettabile» - Le Cronache
Attualità Primo piano Salerno

Cardiologia: riduzione dei posti letto Margaret Cittadino:«E’ inaccettabile»

Cardiologia: riduzione dei posti letto Margaret Cittadino:«E’ inaccettabile»

di Erika Noschese

«Ridurre i posti letto nel reparto di cardiologia è grave». A sostenerlo con forza, Margaret Cittadino, membro del tribunale per i diritti del Malato e responsabile locale di Cittadinanzattiva che, nei giorni scorsi, ha scritto al commissario straordinario dell’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona, il dottor Vincenzo D’Amato; al commissario del settore sanità, la dottoressa Anna Borrelli; al direttore medico del presidio, il dottor Angelo Gerbasio; al capo del dipartimento di emergenza urgenza e al dirigente dell’Uoc di cardiologia intensiva per portare alla luce la riduzione dei posti letto all’interno del reparto di cardiologia anche alla luce della ricollocazione dei posti letto di riabilitazione cardiologica sub intensiva. La Cittadino ha inoltre richiesto chiarimenti sui rapporti tra la stessa Uoc, l’Utic e il pronto soccorso. «Da sempre arrivano segnalazioni dal pronto soccorso sulle difficoltà a trovare posti letto in cardiologia, per cui i pazienti al pronto soccorso, restano in attesa anche da due giorni e più, pertanto ci sembra molto grave la decisione di ridurre i posti letto della cardiologia intensiva, portandoli da 26 a 22, per fare poso alla riabilitazione cardiologica», ha dichiarato la Cittadino spiegando che il dirigente della cardiologia intensiva avrebbe già avvisato la dirigenza aziendale ed i responsabili dei dipartimenti interessati. «Sulle ineluttabili conseguenze di tali scelte, senza ricevere ad ora nessuna risposta, il blocco totale delle accettazioni al pronto soccorso per poter continuare a riservare dei posti alla terapia intensiva cardiologica», ha poi aggiunto la responsabile di Cittadinanzattiva che da sempre si batte per evitare la riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti più delicati dove il rischio di non poter curare gli utenti risulta essere molto alto.