Lo scopo era quello di fornire le zone svantaggiate della fibra ottica. Insomma, una rete accessibile a tutti, pagata dallo Stato. Ma a quanto pare, almeno per Salerno, la fibra (statale) sta raggiungendo ogni angolo della città, anche le zone già fornite da reti private. Ed i lavori, fortunatamente o sfortunatamente per automobilisti e scooteristi, sono sotto gli occhi di tutti. Non fosse altro che da qualche mese la città è un cantiere aperto, con seri rischi per quanti circolano in prossimità degli scavi, il più delle volte lasciati senza controllo ed al proprio destino. Non sono bastate le numerose segnalazioni giunte a Palazzo di Città e sostenute anche dai consiglieri comunali di maggioranza ed opposizione per far intervenire con forza l’amministrazione comunale. Eppure parliamo di soldi pubblici. La Open Fiber, infatti, attinge da fondi europei: 155 milioni stanziati per la sola Regione Campania. Lo scopo è, dunque, la costruzione e la gestione di reti in fibra ottica nelle cosiddette aree bianche. Ma al momento, al di là dei disagi, tutta la vicenda non convince il consigliere comunale di Salerno di Tutti, Gianpaolo Lambiase, che da mesi studia le carte ed attende risposte. Ed ora attende anche una commissione ad hoc. Ma la procedura sembra essere sempre più complessa. Solo ieri la giunta comunale ha approvato una nuova convenzione: con Infratel, società in house del Ministero dello Sviluppo Economico. Secondo la delibera dovrà «far predisporre i progetti per la realizzazione della rete nelterritorio del Comune di Salerno». Rete che dovrà essere realizzata da Open Fiber che necessita però del via libera della Infratel e quindi della convenzione del Comune di Salerno. Nell’atto giuntale, per la prima volta, compare anche la Regione Campania e lo stanziamento dei fondi previsti per la realizzazione della fibra pubblica. Ma se le carte e la vista non ci ingannano, gli impianti a Salerno città sono quasi completi. Ed una precedente convenzione stipula un accordo tra Open Fiber e Comune di Salerno. Ora però si tornerebbe al punto di partenza, con un’aggravante: gli scavi sono stati già realizzati. Ed ancora: in alcuni tratti la fibra pubblica è praticamente un doppione di quella privata. Altro che zone bianche.
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