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Camilleri e Pirandello nella parola di Giovanni Greco

Il docente dell’Accademia “Silvio D’Amico” sarà ospite oggi, alle 17, nell’Aula magna del Liceo Artistico Sabatini Menna di Salerno nell’ambito del Teatro Forum di Pasquale de Cristofaro
Di OLGA CHIEFFI
“Cu si tu?” mi domandò in dialetto. “Nenè Camilleri sugnu” risposi. “Ah” fece, passandomi per un attimo la mano sulla testa. E poi: “C’è tò nonna Carulina?”. “Sissì.” “Chiamamilla. Dicci ca c’è Luicinu Pirannellu.” Andai nella stanza dove mia nonna dormiva (erano le tre di un pomeriggio afoso) e la svegliai: “Nonna, c’è un ammiragliu ca si chiama Luicinu Pirannellu e ti voli parlari”. Mia nonna emise una specie di gemito e saltò giù dal letto. Andai nella camera dei miei genitori. “E vinuto un ammiragliu ca si chiama Luicinu Pirannellu.” La nonna di Camilleri e Luigi Pirandello erano cugini che appartenevano entrambi a una famiglia che da sempre aveva avuto a che fare col commercio di carbone e zolfanelli. Il padre di Pirandello e il bisnonno materno di Camilleri erano stati toccati nel 1903 dalla crisi finanziaria ed appartenevano a quel ceto borghese siciliano che dopo l’unità d’Italia aveva sostituito alla guida politica dell’isola la nobiltà terriera. L’appuntamento odierno della rassegna Teatro Forum ideata da Pasquale De Cristofaro per gli studenti del Liceo artistico Sabatini-Menna, tratterà del rapporto tra Andrea Camilleri e Luigi Pirandello. Sarà possibile trascorrere il pomeriggio di oggi, a partire alle ore 17,00 presso la sala teatro del Liceo partecipando sesto incontro che vedrà quale relatore Giovanni Greco, attore, regista e traduttore, docente di “Recitazione in versi” presso l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma, nonché allievo di Andrea Camilleri. Andrea Camilleri, noto a tutti per la creazione del personaggio e del mondo del Commissario Montalbano è figlio di Luigi Pirandello.Essendo stato per oltre un trentennio regista di teatro, televisione e radio, Camilleri ne ha messo in scena e in onda moltissime opere teatrali e numerose riduzioni di novelle e romanzi. In sostanza, l’autore di Liolà, sebbene avesse scritto che le opere dialettali sono limitate ad una fruizione regionale per la limitatezza del mezzo comunicativo, l’aveva però decisamente orientato a non escludere il dialetto dalla scrittura. Quali i motivi? Ormai a Camilleri era chiaro che l’oralità popolare esprime meglio di ogni altra lingua particolari usi e costumi idonei a caratterizzare con efficacia i personaggi di un particolare contesto geo-antropologico. Egli mette dunque in campo se stesso e offre diverse piste di ricerca. Tanti gli aspetti dell’arte pirandelliana da Andrea Camilleri indagati e creativamente trasfusi nella sua narrativa. Degno di nota, ad esempio, l’atteggiamento fortemente critico che nei riguardi della politica piemontese, all’indomani della costituzione del regno d’Italia, si ritrova nel romanzo di Pirandello “I vecchi e i giovani”, per non dire dell’ “umorismo del contrario” o del tema dello “scambio”, in un’opera vasta in cui le forti valenze culturali si integrano con uno spiccato vissuto di deferenza, ove il “doppio” è lo zoccolo duro e inscalfibile della intera “cosmogonia” del nostro amato commissario.