Nuovo capitolo sulla vicenda che riguarda Giuseppe Cioffi, giudice del tribunale di Napoli Nord e presidente del collegio che dovrà giudicare i fratelli del deputato di Forza Italia, Luigi Cesaro. Su Cioffi, infatti, sarebbe stata avviata una doppia indagine dopo la sua presunta partecipazione a una convention di Forza Italia ad Ischia nell’ottobre scorso. Il beneficio del dubbio è necessario: il magistrato, dal canto suo, continua a smentire la sua presenza a quell’appuntamento, nonostante la foto che lo ritrae con l’ex consigliere Francesco Salerno, appartenente al partito degli azzurri. Secondo il magistrato, sullo sfondo della foto ci sarebbe la bandiera di Forza Italia in quanto scattata nello stesso albergo ma il giorno successivo alla convention del partito. Sul caso del magistrato stanno indagando il Csm ed il ministro della Giustizia, Andrea Orlando che ha incaricato gli ispettori di via Arenula di avviare accerta- menti preliminari. Per il Guardasigilli si tratterebbe di una «prassi consolidata, se ci sono profili dubbi, anche a garanzia di tutti i soggetti coinvolti». Il Csm ha a sua volta aperto un fascicolo, affidandolo alla Prima Commissione. Un intervento sollecitato da tre consiglieri napoletani, Francesco Cananzi di Unicost, Lucio Aschettino e Antonello Ardituro di Area per «verificare la sussistenza di eventuali ragioni di incompatibilità», cioè se vi sono motivi per un trasferimento d’ufficio di Cioffi, « a fronte del rischio di un appannamento dell’immagine della magistratura». Il giudice Cioffi, impegnato nell’inchiesta che ha coinvolto Aniello e Raffaele Cesaro su cui pende l’ipotesi d’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, per presunti rapporti con la camorra in relazione alla vicenda del piano di insediamento produttivo di Marano, non sembra intenzionato a fare un passo indietro poichè non avrebbe mai intrattenuto rapporti nè con i suoi imputati, nè con il fratello Luigi, candidato con Forza Italia anche alle politiche del 4 marzo e pochi giorni fa destinatario di un avviso di chiusura indagini dalla Procura di Napoli Nord per voto di scambio. «Degli accertamenti avviati dal ministro Orlando non so nulla, ma di certo sto tranquillo dal punto di vista giuridico – assicura- Non ho mai conosciuto o frequentato i Cesaro, per cui non ho motivo di astenermi al processo che li riguarda. La norma del codice di procedura penale che parla di astensione dal processo prevede una casistica molto chiara, e io non vi rientro non avendo rapporti con i Cesaro o con loro familiari». «Non ho mai fatto politica e dal punto di vista del diritto mi sento a posto», ha ribadito ancora una volta il magistrato, spiegando di non capire su quali basi il Csm potrebbe intervenire. Ad insospettire, ancora una volta i magistrati, sarebbero i contatti che sui social avrebbe Cioffi ma – a detta di quest’ultimo – non sarebbero elementi validi su cui indagare: « Cosentino mi chiese l’amicizia su Facebook. Sono anche amico su Fb del consigliere regionale di Forza Italia Ermanno Russo, ma ribadisco che non mi sono mai interessato di politica». «Sto seriamente pensando di procedere dal punto di vista legale a tutela della mia immagine, perché ciò che è stato riportato non corrisponde al vero», ha sottolineato il magistrato. Intanto il legale dei fratelli Cesaro, Vincenzo Maiello, fa sapere che i suoi assistiti sono preoccupati dalle polemiche che, loro malgrado, sono scoppiate a latere del processo che li riguarda. Ed esprime l’auspicio «che la celebrazione del processo si svolga in un clima di assoluta serenità e con- dizione essenziale perchè i fatti vengano valutati nella loro oggettiva consistenza, al riparo da ogni condizionamento esterno».
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«Non siamo un partito ma una comunità. Non temiamo nessuno»
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