Box di Piazza Cavour: anche il Tar dice no. Respinto il ricorso di Andreozzi - Le Cronache
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Box di Piazza Cavour: anche il Tar dice no. Respinto il ricorso di Andreozzi

Questo parcheggio non s’ha da fare. Incassa l’ennesimo “no” il progetto dei box interrati di piazza Cavour. Troppo complessa la questione che dovrà essere discussa nel merito. 
La prima sezione del Tribunale amministrativo regionale – sezione di Salerno, ha respinto la richiesta di annullamento, previa sospensione dell’efficacia, del verbale conclusivo della conferenza dei servizi dello scorso 12 marzo con cui la Soprintendenza bocciò in maniera definitiva il progetto che sarebbe toccato poi all’Andreozzi costruzioni. La ditta di Pietro Andreozzi, infatti, aveva impugnato il verbale definitivo della conferenza dei servizi (una conferenza che era stata disposta dallo stesso Tar) e con il quale il Comune di Salerno, con il presidente della conferenza, Alberto Di Lorenzo, altro non aveva potuto fare che accettare il parere negativo dato dal funzionario della Soprintendenza Bap di Salerno, l’architetto Giovanni Villani che in quella sede fece le veci del soprintendente Gennaro Miccio, alla realizzazione di 300 box auto interrati nel cuore del lungomare cittadino, in piazza Cavour.
I giudici della prima sezione del Tribunale di Salerno, in sostanza, non hanno riscontrato elementi tali per i quali il mancato avvio dei lavori possa rappresentare un danno per l’impresa ricorrente, ovvero l’Andreozzi costruzioni, vincitrice sì della gara d’appalto, ma di un progetto fondato su un errato parere (il primo) della Soprintendenza di Salerno che aveva dato il via libera alla realizzazione dei parcheggi, senza tenere però conto del vincolo di tutela cui è sottoposto il lungomare salernitano. Dunque, richiesta di sospensiva rispedita al mittente: non ci sono i presupposti per invalidare l’esito della conferenza dei servizi. 
I magistrati amministrativi, componenti della camera di consiglio (il presidente Antonio Onorato ed i consiglieri Paolo Severini e Giovanni Grasso) hanno motivato la loro decisione in considerazione del fatto che «per un verso, la complessità dei profili tecnici rilevanti e, per altro verso, l’insussistenza di profili di attuale gravità ed irreparabilità del ventilato pregiudizio impongono una definizione della controversia nella più congrua sede di merito».
Un’altra vittoria, dunque, per il gruppo di cittadinanza attiva, Figli delle chiancarelle costituitosi ad opponendum, presente in aula con Carla Cioffi, e rappresentati dall’avvocato Gaetano D’Emma. Oltre la ditta ricorrente, in sede di discussione erano presenti anche il Comune di Salerno e l’avvocatura di Stato in rappresentanza della Soprintendenza per i beni paesaggisti ed architettonici delle Province di Salerno e Avellino.

 

19 aprile 2013