Assolto Dario Vassallo, non diffamò l’arma - Le Cronache
Cronaca Attualità Primo piano Editoriale Politica

Assolto Dario Vassallo, non diffamò l’arma

di Erika Noschese

“Il fatto non sussiste”. E’ la sentenza emessa dai giudici del tribunale di Vallo della Lucania che, di fatto, hanno assolto Dario Vassallo, fratello del sindaco pescatore Angelo, accusato di diffamazione da otto carabinieri che prestavano servizio a Pollica. A due giorni dall’omicidio di Angelo Vassallo, infatti, suo fratello Dario rilasciò alcune dichiarazioni alla stampa, esprimendo perplessità circa l’operato delle forze dell’ordine: l’avvocato cilentano, infatti, parlando dei militari in questione li aveva definiti “una nullità”, ragion per cui si sentiva solo e senza alcun tipo di protezione, citando le parole pronunciate dal fratello poco prima di morire. Nella giornata di martedì, il pm Remo Romano del tribunale di Vallo della Lucania aveva chiesto per Dario Vassallo una condanna a un anno e due mesi di reclusione per diffamazione nei confronti dell’Arma dei carabinieri. Ieri la sentenza: assolto perchè il fatto non sussiste. «Questa sentenza è solo uno dei tanti e innumerevoli problemi che durante questi lunghi 8 anni io e mio fratello Massimo abbiamo affrontato – ha dichiarato Dario Vassallo al termine del processo – A me risulta alquanto “particolare” che carabinieri della caserma di Pollica, mi abbiano querelato per cose da me dette dopo due giorni dall’uccisione di Angelo. A me risulta alquanto “particolare” che a questa prima querela siano seguite altre 4 , da parte di carabinieri che lavoravano a Pollica nei giorni dell’uccisione di Angelo, o che soggiornavano in quei giorni ad Acciaroli, o solo perché originari di Pollica. A me risulta alquanto “strano” che la Procura di Vallo della Lucania abbia dato seguito a tale querele». La fine di un iter giudiaziario complesso per il fratello del sindaco pescatore che ha rischiato la condanna per dichiarazioni rilasciate “a caldo”, due giorni dopo aver perso suo fratello Angelo, in un omicidio ancora oggi irrisolto. I criminali che hanno colpito il sindaco pescatore la sera del 5 settembre 2010, sono ancora oggi a piede libero. «Quando da ragazzo facevo il pescatore con mio padre e i miei fratelli, la cosa più noiosa era l’attesa. Ho imparato ad apprezzare anche questo momento, lungo 8 anni. Siamo solo all’inizio. La storia non si può “arrestare’», ha poi aggiunto Dario Vassallo, difeso dall’avvocato Dario Barbirotti del foro di Salerno. «La sentenza di oggi (ieri per chi legge ndr) e le altre 4 querele spiccate nei miei confronti da parte di alcuni carabinieri non scalfisce minimamente il grande lavoro di collaborazione tra la Fondazione dedicata a nostro fratello Angelo e l’Arma dei Carabinieri -ha poi concluso Vassallo- Insieme, chiaramente con compiti diversi, cerchiamo la verità su chi ha ucciso il Sindaco Pescatore. Nessun evento o circostanza potrà minare questo nostro rapporto costruito in 8 anni di sofferenza patita da ambo le parti». Dario, intanto, continua la sua lotta per portare a galla la verità circa i motivi e i mandanti del barbaro omicidio del sindaco pescatore. Pollica non dimentica