Aser, tre anni tra promesse non mantenute e lavoratori dimenticati - Le Cronache
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Aser, tre anni tra promesse non mantenute e lavoratori dimenticati

L’Aser non è fallita, ma non prosegue nemmeno la sua attività. Nel limbo, in attesa di conoscere qualcosa in merito al proprio futuro lavorativo (un’attesa che dura ormai da quasi tre anni), ci sono gli (ex) dipendenti dell’impresa impegnata nelle attività di ritiro e smaltimento dei rifiuti speciali. Da tre anni una società messa in liquidazione non si sa ancora esattamente per quale motivo e i suoi lavoratori sostanzialmente dimenticati. Per dimostrare che loro ci sono ancora, che hanno voglia di tornare a lavorare, ma che, soprattutto hanno voglia di ricevere risposte mai avute, ieri mattina i 25 lavoratori Aser hanno presidiato la sede della Provincia di Salerno. Non volevano incontri. «Ne abbiamo chiesti già dieci al presidente Antonio Iannone – spiegano – ma non abbiamo ricevuto alcun riscontro». Volevano solo ricordare agli amministratori provinciali di mantenere gli impegni presi nel corso del tempo e che, finora, sono stati tutti disattesi: il fitto del ramo d’azienda di cui non si è mai fatto nulla; la latitante pianificazione industriale che sarebbe dovuta arrivare da EcoAmbiente; l’impegno di riassorbire i lavoratori Aser (una decina è stata assorbita con un contratto a tempo determinato semestrale, previo espletamento di procedura di gara ad evidenza pubblica nonostante loro, in quanto dipendenti del Consorzio che ad oggi detiene ancora la maggioranza della proprietà, sarebbero dovuti rientrare di diritto); procedure di cassa integrazione non regolari nei tempi. E proprio in merito alla corresponsione della cassa integrazione sorgono altri problemi: i dipendenti non vedono un euro dallo scorso mese di ottobre e, complessivamente, ognuno di loro vanta arretrati di circa 40mila euro. «Non sappiamo cosa siamo – afferma Sandro Caporaso, rappresentante rsu della Cgil – Non ci è stato dato un piano di rilancio, né tanto meno c’è stata una dichiarazione di fallimento. L’azienda è semplicemente chiusa e noi siamo a spasso, senza cassa integrazione da ottobre e senza sapere che fine dobbiamo fare, visto che da EcoAmbiente, che dovrebbe prendere in carico tutta l’impiantistica del ciclo dei rifiuti, non abbiamo alcuna notizia». A proposito d’impianti, quello Aser, a Pontecagnano, costato 3 miliardi e 500 milioni di lire è ormai abbandonato a se stesso, vandalizzato e depauperato. «Siamo qui – continua Caporaso – per ricordare ai responsabili di questa situazione, quello che hanno combinato.Per questo chiediamo le dimissioni della Giunta provinciale, del commissario liquidatore dell’Aser e di quello del Consorzio di Bacino Salerno 2, rassicurandoli sul fatto che li accompagneremo fino alle elezioni sicuramente e sottolineando come, se le responsabilità fossero state in capo al Comune avremmo protestato lo stesso, come abbiamo fatto nel 1998».
Un dato è certo: ci sono promesse fatte e non mantenute e lavoratori dimenticati.