Arechi Multiservice, riassunti due dipendenti della società - Le Cronache
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Arechi Multiservice, riassunti due dipendenti della società

Arechi Multiservice, riassunti due dipendenti della società

Ripristino del rapporto di lavoro da parte dell’Arechi multiservice, in favore di due ex dipendenti. E’ stato il giudice del lavoro del Tribunale di Salerno, Caterina Petrosino, a disporre – con la sentenza dello scorso 13 settembre – a stabilire, accogliendo parzialmente il ricorso presentato nel 2015, il ripristino del rapporto lavorativo tra la partecipata della Provincia di Salerno e gli ex dipendenti Marcello Torrusio e Giuseppe Carlo Francesco Zito. In base alla pronuncia del magistrato, è stata dichiarata “la sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato con decorrenza dalla data di scadenza del termine di 36 mesi relativo ai contratti”. Circostanza, questa, che ha indotto la giudice Petrosino a condannare l’Arechi multiservice tanto al ripristino del rapporto di lavoro quanto al risarcimento del danno, nella misura pari a cinque mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto spettante. I due operai, in servizio – negli anni scorsi – presso la società che si occupa della manutenzione delle strade e delle scuole di proprietà della Provincia di Salerno, torneranno, così, al loro posto. La stessa sorte, però, non è toccata ai loro colleghi: era il 31 dicembre 2014 e 24 lavoratori si incatenarono all’ingresso di Palazzo Sant’Agostino, dove era in corso di svolgimento il Consiglio provinciale. Si trattava di operai con contratti a tempo determinato, in scadenza il primo gennaio 2015, che avevano – al contempo – maturato i requisiti per passare a rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Il risultato, di quella e di altre giornate di protesta, fu uno solo: non si passò né al contratto a tempo indeterminato né furono rinnovati i rapporti di lavoro a tempo. Una situazione che venne a crearsi a causa dei “colori politici” differenti dell’amministrazione provinciale – all’epoca passata da poco nelle mani di Giuseppe Canfora – e il management della società “in house” della Provincia, guidata da Marcello Feola. Un braccio di ferro istituzionale in cui, a farne le spese, furono i lavoratori.