- Ergastolo al soldato russo. Una sentenza cattiva e dannosaPubblicato 19 ore fa
- Fondazione Teseo: Stefano Amodio: “Corso di laurea triennale, per i giovani opportunità”Pubblicato 21 ore fa
- Vaiolo delle Scimmie, il dottor Tozzi: Non pericoloso come il CovidPubblicato 1 giorno fa
- Intervista con il Colonnello della guardia di Finanza Gerardo Severino: Vi parlo di FalconePubblicato 2 giorni fa
- Si presentano i tre candidati sindaco di Rinascimento Partenopeo nel CilentoPubblicato 2 giorni fa
- Emergenza acqua, cabina di regia in PrefetturaPubblicato 2 giorni fa
- Artisti in campo per l’UcrainaPubblicato 2 giorni fa
- Presentazione della Relazione Annuale del Garante campanoPubblicato 2 giorni fa
- Come cambia la comunicazione politica per catturare il consenso degli elettoriPubblicato 2 giorni fa
- Il ritorno dell’Orchestra del MartucciPubblicato 2 giorni fa
Antonacchio: «Non si possono aprire nuovi reparti senza il personale»

di Pina Ferro
“I calcoli per la determinazione del fabbisogno di personale nel sistema sanitario se seguono gli algoritmi imposti dal piano di rientro sono inadeguati. Se seguono il buon senso sono da ricalcolare”. E’ quanto afferma il segretario generale della Cisl Fp Pietro Antonacchio. «Il fatto grave è che se da una parte ci si ostina ad affermare che la apertura di nuovi reparti senza personale è un atto dovuto in ottemperanza ai dettami dell’atto aziendale, dall’altra parte bisognerebbe calcolare le dotazioni organiche opportunamente per garantire i livelli qualitativi di assistenza e i livelli minimi. Tutto ciò che nel concreto appare è la totale asimmetria tra ciò che si fa e ciò che si dovrebbe fare. In base all’atto aziendale riscontrando i dati dell’azienda al 31/12/2018 mancano 277 medici, 281 infermieri, 12 ostetriche, 120 tecnici sanitari, 39 dirigenti sanitari, 26 farmacisti, 255 amministrativi, 12 del ruolo professionale per un totale di 938 operatori, al netto di una possibile ipotesi di riqualificazione che interesserebbe 87 operatori oltre ovviamente quei lavoratori che sebbene siano inidonei alla funzione svolgono altre attività pur conservando la qualifica di assunzione (Oss ai centralini e nelle portinerie, infermieri addetti ad attività amministrative e chi più ne ha più ne metta). Abbiamo chiesto un confronto sulla materia ma conoscendo i tempi biblici dell’azienda ospedaliero universitaria di Salerno sicuramente sarà con altre direzioni strategiche che si potrà affrontare il problema, ovviamente dopo la chiusura per consunzione degli ospedali di Cava dei Tirreni, Mercato San Severino, Castiglione di Ravello e del Da Procida che attualmente non vengono considerati dall’attuale management quali stabilimenti propri. Non si possono fare le nozze coi fichi secchi, così come non si possono aprire nuovi reparti senza personale e addirittura con personale carente, se le logiche che governano il sistema sono mosse del buon senso e non dalla sensibilità altrui».