Aniello Salzano: “Salerno è la città dell’illegalità” - Le Cronache
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Aniello Salzano: “Salerno è la città dell’illegalità”

Aniello Salzano: “Salerno è la città dell’illegalità”

­­­“Salerno è la città dell’illegalità”. A sottolinearlo è il professore Aniello Salzano,  dopo la decisione del Tar di annullare i provvedimenti degli uffici Comunali e dei condomini contro il Tubo di Quench, l’impianto a servizio del centro medico Cesat del rione Arbostella. Collocato all’interno di un totem pubblicitario in via Wagner, il tubo serve a espellere l’elio utilizzato per le risonanze magnetiche ed è oggetto dallo  scorso marzo di polemiche, dopo che i condomini del lotto 5 segnalarono a Palazzo di Città la presenza dell’impianto. “Questa non è una città a misura di legalità come vogliono far credere. Chi vuole fare l’abusivo, riesce a farlo in quanto qui regna l’anarchia”. Parole forti quelle di Salzano, residente all’Arbostella, il quale si batte “per il bene dei suoi “vicini” e non per un suo egoismo”, come sottolinea lui stesso.  “Inoltre i continui lavori al centro medico, che possiede due piani nello stabile dove ha sede, non vantano di una concessione per entrambi i piani, ma soltanto per uno. Non hanno mai chiesto un permesso al condominio, ma hanno proceduto ugualmente”, evidenzia Salzano, il quale precisa che comunque l’autorizzazione al centro medico era stata rilasciata soltanto per la costruzione del “totem” che fa da involucro al tubo di Quench e non per il tubo stesso, che potrebbe risultare pericoloso per chi ci vive a stretto contatto. Dopo che a maggio l’Inail ha imposto la realizzazione almeno di un impianto provvisorio, per non compromettere la sicurezza dei lavoratori, ora il Tar ha bocciato le determinazioni del Comune e consente ai titolari del centro medico di realizzare il tubo di Quench così come era già previsto dal progetto iniziale. Una decisione che lascia con l’amaro in bocca quindi e non solo.  Infatti dopo il danno anche la beffa, in quanto accolto il ricorso presentato per dall’avvocato Marcello Fortunato, difensore Cesat, arriva la condanna al condominio e all’amministrazione comunale al pagamento delle spese processuali.