Ancora un’inchiesta e poi il meritato riposo - Le Cronache
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Ancora un’inchiesta e poi il meritato riposo

Erika Noschese

Un incontro presso la Procura di Napoli per un’inchiesta, ancora agli inizi congiunta con Salerno. Sarà questo l’ultimo atto del procuratore capo di Salerno, Corrado Lembo che dopo 43 anni – 4 alla guida della Procura di Salerno – di onorata carriera si appresta a salutare il mondo della magistratura. Prima giudice, poi pm, poi ancora componente della Direzione Nazionale Antimafia ed infine a capo della Procura prima di Santa Maria Caputa Vetere e poi Salerno, Corrado Lembo ha sempre servito lealmente lo Stato. Come hanno ricordato le personalità istituzionali presenti ieri mattina nella gremita aula Parrilli del Tribunale di Salerno. Prima di dedicarsi alle celebrazioni di rito, il capo della Procura di Salerno si è concesso alla stampa, ringraziandoli per l’operato svolto, nonostante gli attacchi a lui rivolti. «Voi siete davvero la stampa libera», ha dichiarato Lembo che ha poi tracciato un bilancio di questi anni di servizio a Salerno: «E’estremamente positivo. In cuor mio ho dei bilanci da registrare ma anche da valutare come persona oltre che come magistrato», ha poi aggiunto il procuratore capo che ha voluto togliersi qualche “sasso lino dalla scarpa”, come si suol dire, a proposito delle critiche ricevute «che ritengo un tantino ingiustificate», proprio in riferimento ai concerti che gli son valse aspre critiche: «Abbiamo fatto solo 3 concerti in 4 anni e la musica classica è stata veicolo di serenità interiore oltre che un messaggio simbolico nel senso più culturale del termine – ha spiegato Corrado Lembo – Non si tratta di schizzinosa cultura come apparso sui giornali: cultura significa dare a tutti la possibilità di valutare ciò che ci circonda attraverso l’interpretazione anche dell’occhio e dell’intelligenza umana. Sostanzialmente la stampa è stata un alleato e la critica ci ha sempre incalzato positivamente, mai umiliato o afflitto e di questo vi sono particolarmente grato». Tra i presenti anche Leonida Primicerio che già nel 2014, il 3 luglio per l’esattezza, si è visto sottrarre il ruolo di capo della Procura della Repubblica proprio da Corrado Lembo, da Primicerio definito un amico più che un collega, con 12 voti per Lembo ed otto per colui che sembra già essere il prescelto per ricoprire l’ambiziosa carica di guidare la Procura della Repubblica di Salerno. «Quel giorno – ricorda Leonida Primicerio – Corrado venne da me, nel mio studio e mi abbracciò». Ricordi commoventi quelli che si sono susseguiti, tra cui anche quello di Amerigo Montera, presidente dell’Ordine Forense della Campania: «Ovunque è stato, Corrado ha lasciato il segno per la sua professionalità, per il suo lato umano e per il suo stile», ha detto emozionato Montera che ha poi ceduto la parola all’avvocato Michele Sarno; al presidente del Tribunale di Napoli, Ettore Ferrara; al Procuratore di Napoli, Giovanni Melillo; al presidente dell’associazione nazionale dei magistrati, il giudice Pietro Indinnimeo; al magnifico rettore dell’Unisa, Aurelio Tommassetti; al presidente emerito della Corte Costituzionale di Napoli, Giuseppe Tesauro che ha ripercorso tappe importanti del loro trascorso personale più che professionale. Tra i presenti anche il sindaco Napoli che non ha però preso la parola per ringraziare il capo della Procura. Tra i grandi assenti spicca invece il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca. «Ho unito il passato remoto al presente e mi auguro che tutto questo patrimonio di amicizie mi seguirà anche per il futuro», ha poi aggiunto Lembo, ringraziando i presenti e ricordando gli amici.

«C’è un unico rammarico: non essere giunti alla scoperta della verità»

Un rimpianto per Corrado Lembo c’è. Porta il nome di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore ucciso nel 2010 e i cui assassini sono ancora senza volto. «C’è un unico rammarico: quello di non essere giunti ancora alla scoperta della verità nel caso Vassallo. Non perché sia un caso eccezionale, ma perché è un caso umano dai mille risvolti e devo dire che finora abbiamo arato tutto il campo del conoscibile e del conosciuto in questo settore», ha infatti dichiarato il capo della Procura di Salerno che, dopo 4 anni, si appresta a raggiungere la merita pensione per dedicarsi, come lui stesso ha dichiarato, alla sua famiglia, i suoi figli ed i suoi nipotini. Lembo ha lasciato al suo successore indagini importanti che sono ancora alla ricerca di un nome e di un volto, come nel caso di Vassallo. «Questo ci dimostra ancora una volta la difficoltà esterma del nostro lavoro, che non deve trovare però scorciatoie più o meno gradite alla pubblica opinione ma deve sempre essere informato ai canoni costituzionali secondo cui l’ammissione di colpevolezza si basa su un processo, sull’acquisizione delle prove e la verifica delle possibili alternative probatorie». Da qui quello che sembra essere, a tutti gli effetti, un attacco al Governo attuale: «A volte non può avere compimento nell’arco dei due anni stabiliti: sono state affrontate diverse piste, ma confido ancora nel lavoro poiché ancora in pieno svolgimento. Continua il lavoro dei miei colleghi, di qualità e profondità perché non bisogna rimanere alla superficie delle cose e delle prove. Ricordiamo sempre che le prove nascono in un ambiente in cui c’è l’uomo e quindi l’esplorazione di questa realtà, per quanto semplice all’apparenza se vista dall’esterno, diventa difficile quando ci si confronta con questa realtà con onestà e passione». Ed è proprio il delitto di Vassallo che Corrado Lembo dovrà lasciare nelle mani del suo successore, Leonida Primicerio secondo voci che si fanno sempre più fondate. Rammarico si ed orgoglio per ogni singolo processo da lui seguito: «Non credo si debba fare gerarchia tra le operazioni. Ho sempre sostenuto che anche il processo più piccolo, con meno riflessi mediatici, sia importante perché al centro della nostra azione ci sono sempre stati gli uomini e la loro integralità. Abbiamo sempre mantenuto il rispetto della persona: in un’occasione ci fu un errore nella trascrizione del nominativo di una persona, ed io non ebbi alcuna esitazione nel prendere un foglio di carta e trascrivere che si trattava di un caso di quasi omonimia non esattamente valutato dal mio ufficio. Quando si è in buona fede e quando si svolge in modo onesto il proprio lavoro bisogna andare fieri di quelli che ci aiutano a svolgere questo lavoro». Tanti sono stati i lavori portati a termine con successo da Corrado Lembo, nonostante sia stato a capo della Procura della Repubblica solo 4 anni. Pochi, forse, ma abbastanza per meritare un posto d’onore non solo al terzo piano del Tribunale di Salerno ma nel cuore di ogni avvocato, come giusto che sia per chi svolge con fedeltà, con passione e con umiltà. Caratteristiche, queste, che rispecchiano a pieno Corrado Lembo che da domani dirà ufficialmente addio alla sua professione.

Franco Roberti esorta Lembo ad entrare in politica: «Ora sei un uomo libero»

Assolutamente no. Senza mezzi termini, il procuratore capo di Salerno, Corrado Lembo spazza via ogni dubbio circa i suoi prossimi incarichi, dopo l’addio ufficiale. A più riprese, infatti, è stato ipotizzato il suo ingresso nel mondo della politica, dopo che lo stesso figlio Andrea ha fatto da apripista, con la candidatura alla carica di sindaco a Campagna. «No, assolutamente. Nonostante anche questo tema sia stato largamente affrontato dalla libera stampa. Anche se mi solleticherebbe il fatto di impegnarmi in un settore per me nuovo, ma credo che la mia vita si sia svolta e si svolgerà su altri binari», ha detto infatti Corrado Lembo. Un invito, quello di entrare nel mondo della politica, rivolto al capo della Procura della Repubblica anche da Franco Roberti, ex procuratore antimafia ed antiterrorismo ed attuale assessore alla Sicurezza della Regione Campania. «Corrado e io siamo nello stesso concorso ma prima di tutto siamo amici, molto più che colleghi ed in tutti questi anni di cose insieme ne abbiamo fatto», ha dichiarato Roberti rivolgendosi all’amico fraterno, Lembo. «E’ un passaggio difficile e molto impegnativo ma tu hai la possibilità e l’esperienza per essere ancora utile alla comunità; hai la possibilità di contribuire, in una misura importante, al bene del Paese, con la tua esperienza», ha poi aggiunto l’assessore regionale, sottolineando a Lembo la possibilità concreta di entrare in politica in quanto “uomo libero”, dopo l’addio al mondo della magistratura perchè «essere liberi da questi incarichi – ha concluso Franco Roberti – non è cosa da poco, significa non essere più obbligati ad un doveroso riservo che deve essere la caratteristica del magistrato in servizio ma tu in quanto uomo di cultura puoi dare un grande aiuto. Non farci mancare il tuo appoggio ed il tuo sostegno».

Andrea Lembo: «Qualsiasi cosa tu faccia, falla con onore»

«Qualsiasi cosa tu faccia nella vita falla con onore. E’ stato il suo insegnamento più grande». Così Andrea Lembo saluta, dinanzi ad una commossa platea, suo padre, il procuratore capo della repubblica di Salerno. Un interno, quello dell’ex candidato sindaco di Campagna, non in programma. Ma la giusta conclusiva per una giornata degna di nota. Sono state proprio le parole di suo figlio Andrea a far versare a Corrado quelle lacrime trattenute fin dall’inizio. Lacrime di felicità, per un successo non solo nel mondo della magistratura ma per la sua famiglia che lo ha sempre sostenuto ed incoraggiato. «Sono soltanto un giovane avvocato. Ho sempre cercato di frequentare questo posto in incognito da quando mio padre è venuto qui. Il mio è il saluto di un figlio che ha avuto una grande fortuna, non perché mi abbia privilegiato o consentito di prendere scorciatoie: mio padre è sempre stato quello che ha detto ai suoi figli che dovevano impegnarsi il doppio proprio per questa ragione». Poco dopo la cerimonia, Andrea Lembo ha voluto ringraziare pubblicamente suo padre, con un post sui social: “43 anni da servitore integerrimo dello Stato. Una vita da uomo esemplare. Grazie papà, per ciò che hai dato al Paese e alla mia educazione. Spero di riuscire a trasmettere a mio figlio tutto ciò che ho avuto il privilegio di apprendere da te”.