Ance: Tasi, Salerno e Napoli aliquote sempre più alte - Le Cronache
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Ance: Tasi, Salerno e Napoli aliquote sempre più alte

Ance: Tasi, Salerno e Napoli aliquote sempre più alte

Pressione fiscale sulla casa sempre alle stelle in Campania. La prima rata della Tasi – per abitazioni di tipo civile, categoria A2 – in scadenza il prossimo 16 giugno costerà ai cittadini di Salerno e Napoli oltre 207 euro: 207,9 a Salerno e 207,1 a Napoli. Rata sensibilmente inferiore a Benevento (168,5 €); Caserta (156,7 €) ed Avellino (114,1 €). I dati sono stati estrapolati dal Centro Studi ANCE Salerno sulla base dello studio della Cgia di Mestre reso noto lo scorso 6 giugno. Sotto il profilo delle aliquote individuate dalle Amministrazioni Comunali, Salerno e Napoli confermano il 3,3 per mille, Benevento, Caserta ed Avellino il 2,5 per mille.

Il quadro generale

Prosegue, quindi, la tendenza accertata anche dalla Corte dei Conti (Rapporto 2015 sul coordinamento della finanza pubblica). In vent’anni – hanno spiegato i magistrati contabili – è quasi raddoppiata la quota delle entrate derivanti dalle tasse locali su quelle dell’intera Pubblica Amministrazione, che è passata dall’11,4% del 1995 al 21,9% del 2014. “Ma ciò è stato il frutto – è scritto nella relazione della Corte dei Conti – di scelte operate a livello di governo centrale, piuttosto che espressione dell’autonomia impositiva degli enti decentrati”. Per la Corte “sono 113 le misure che hanno interferito con il percorso del federalismo, incidendo sull’assetto e sull’evoluzione dei principali tributi regionali e comunali (Irap, addizionale regionale all’Irpef, addizionale comunale all’Irpef e Imu)”.

Lo studio di ANCE nazionale

Il Centro Studi di ANCE nazionale ha diffuso nei giorni scorsi il documento “Focus Casa” all’interno del quale è contenuta la sezione dedicata alla tassazione sulla casa. “In Italia – è scritto nel documento ANCE – esistono diverse voci di tassazione sugli immobili: di natura patrimoniale (Imu), sui servizi (Tasi), di natura reddituale (Irpef, Ires), sui trasferimenti (Iva, Registro e bollo, Ipotecaria e catastale, Successioni e donazioni) e sulle locazioni (Registro e bollo, Cedolare secca). Secondo i calcoli dell’ANCE il totale del prelievo (Imu, Tasi, Irpef, Iva e altre imposte su trasferimenti e locazioni) ha fruttato alle casse dello Stato nel 2014 ben 42,1 miliardi di euro di gettito”.

E non è solo l’entità del gettito a rendere pesante il quadro impositivo, ma il suo continuo aumento: “In un solo anno – sottolinea l’ANCE – (dal 2013 al 2014) dalle imposte sugli immobili sono arrivati allo Stato ben 3,8 miliardi in più (+9,8%)”. L’ANCE ha accertato che la crescita impositiva deriva dall’aumento delle tasse sul possesso: “rispetto al 2011 il gettito fiscale della tassa sul possesso passa da 9,8 miliardi di euro (Ici) a circa 24 miliardi di euro del 2014 (Imu+Tasi), determinando un incremento della pressione fiscale del 143,5 per cento in soli tre anni”. Secondo l’ANCE “le tasse sugli immobili hanno contribuito in questi anni a finanziare il risanamento dei conti pubblici: se nel 2011 le entrate derivanti dall’Ici rappresentavano l’1,3% delle entrate della Pubblica Amministrazione, dopo tre anni e con l’introduzione dell’Imu,  l’incidenza di Imu + Tasi sul totale delle entrate della Pa è più che raddoppiata (3%)”.

Le proposte ANCE per ridurre la pressione fiscale

In questo contesto di carico fiscale complessivo difficilmente sostenibile nella prospettiva di assecondare e rafforzare la ritrovata propensione all’acquisto della casa da parte delle famiglie, si rende necessario l’elaborazione di misure adeguate anche in termini di alleggerimento delle tasse.

L’ANCE propone quattro misure principali: favorire l’acquisto delle case nuove ad alta efficienza energetica attraverso la detassazione degli acquisti di abitazioni nuove in classe energetica elevata effettuati fino al 2018 e mediante l’esenzione per tre anni da Imu, Tasi e dalla futura Local Tax; introdurre incentivi per favorire la permuta tra abitazioni usate e quelle più efficienti sotto il profilo energetico; stabilizzare nel tempo gli incentivi fiscali per il recupero delle abitazioni (cd. 50%) e per la riqualificazione energetica degli edifici (cd. 65%); configurare la futura Local Tax come un’imposta unica, stabile (almeno per 3 anni) ed integralmente destinata ai Comuni per il finanziamento dei servizi, “con l’ovvia esclusione – rimarca l’ANCE – dell’invenduto delle imprese edili (aree e fabbricati costruiti, o ristrutturati, per la successiva vendita)”.

Il Mezzogiorno

“Il dato del Mezzogiorno rispetto alle imprese giovanili – rimarca il Centro Studi ANCE Salerno – conferma il ricorso a forme di auto-imprenditorialità nelle aree con i maggiori tassi di disoccupazione giovanile e femminile. La riprova di questa tendenza si evince dal fatto che l’area geografica in cui i giovani imprenditori contribuiscono di meno alle nuove iscrizioni è il Nord Est (27%); e nel Nord Ovest e al Centro si va di poco oltre il 29%”. L’imprenditoria giovanile offre, non a caso, riscontri molto positivi in Calabria: la provincia italiana dove si registra l’incidenza più elevata sul totale delle aziende esistenti (15,3%) è Crotone tallonata da Vibo Valentia (15,1%).

 

Il commento del presidente Antonio Lombardi

«I dati sulla Tasi e sulla complessiva pressione fiscale a carico della casa – dichiara il presidente di ANCE Salerno Antonio Lombardi – confermano che la crisi del mercato immobiliare residenziale (solo ora in parziale e leggera regressione) ha attivato dinamiche estremamente negative per le imprese del settore. Proprio il quadro confuso ed in continua evoluzione della tassazione sugli immobili – continua Lombardi – unitamente all’atteggiamento restrittivo da parte del circuito bancario ha disorientato le famiglie rispetto agli investimenti nel mattone. Adesso, però, in un rinnovato clima di ripresa della fiducia, si rende indispensabile procedere ad azioni incentivanti per quanti sono orientati all’acquisto della casa».

«È necessario – conclude Lombardi – superare la logica impositiva del massimo prelievo possibile indirizzando la domanda verso gli immobili rientranti in classi energetiche elevate, prevedendo esenzioni e bonus fiscali. Va, poi, stimolata la dinamica degli acquisti di abitazioni nuove ricorrendo al mercato della permuta tra abitazioni usate e quelle più efficientate, solo per fare qualche esempio di merito. È importante, naturalmente, puntare, inoltre, alla stabilizzazione degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni e per la riqualificazione energetica degli edifici».