Ambulanze senza benzina né ossigeno: «Consegnamo le chiavi al Prefetto» - Le Cronache
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Ambulanze senza benzina né ossigeno: «Consegnamo le chiavi al Prefetto»

Ambulanze senza benzina né ossigeno: «Consegnamo le chiavi al Prefetto»

Pronti a consegnare le chiavi delle ambulanze nelle mani del Prefetto. Hanno difficoltà a fare carburante, non hanno la possibilità di ricaricare l’ossigeno e di acquistare materiale sanitario. Ieri mattina, i rappresentanti di numerose associazioni di volontariato afferenti al servizio 118 dell’Asl Salerno, si sono ritrovati sotto la sede dell’Azienda di via Nizza per manifestare il proprio disappunto in merito al ritardo nell’erogazione dei rimborsi e per parlare con un dirigente al fine di trovare una soluzione a stretto giro. Una situazione che sta mettendo a serio rischio a prosecuzione del servizio trasporto infermi, in un periodo delicato come quello estivo con 27 associazioni impegnate su 68 postazioni.
Dall’incontro con il responsabile del personale dell’Asl Salerno, Avitabile, è emerso che l’amministrazione dell’Azienda sanitaria locale provvederà, nel corso della prossima settimana, a reperire le risorse necessarie al fine di garantire lo stanziamento delle somme a titolo di rimborso. In sostanza, se le “Croci” non ottengono i soldi dall’Asl, non hanno la possibilità di pagare i propri fornitori che, alla luce della grave situazione economica e della recente sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato pignorabili i beni delle Aziende sanitarie locali, non fanno più credito.
«In questo modo – spiega il presidente dell’Humanitas, Roberto Schiavone – non possiamo andare avanti. Siamo pronti a consegnare le chiavi al Prefetto perché noi non vogliamo interrompere un pubblico servizio e quindi chiederemo a lei di trovare una soluzione e di dirci come e dove andare a fare carburante».
Una situazione diventata ormai insostenibile per le associazioni di volontariato che si trovano a dover fare i conti con delle convenzioni rimaste ferme a venti anni fa: per quanto concerne, ad esempio, il servizio a Santa Maria di Castellabate, il rimborso si aggira attorno ai 4.500 euro a fronte di oltre 200 interventi mensili cui si aggiunge il necessario spostamento verso gli ospedali di Vallo della Lucania o di Agropoli. Insomma, non c’è corrispondenza tra i servizi resi e i rimborsi ottenuti, notevolmente inferiori ai costi sostenuti dalle associazioni.
Un altro problema – sottolinea Schiavone – «è quello dei distretti sanitari, alcuni in particolare, che non trasmettono le determine di pagamento all’Asl. Noi ce la mettiamo tutta, ma ognuno deve fare la propria parte».
Ieri mattina, in via Nizza, erano presenti rappresentanti delle associazioni di tutta la provincia.

Marta Naddei