Amabile: “Aiuti alle imprese per il Covid? La Regione non ha eguali in questa fase” - Le Cronache
Regionali 2020

Amabile: “Aiuti alle imprese per il Covid? La Regione non ha eguali in questa fase”

Amabile: “Aiuti alle imprese per il Covid? La Regione non ha eguali in questa fase”

«Il guaio peggiore che potrebbe toccare alla Campania è quello di vedere interrompere questa esperienza di governo». A parlare così il consigliere regionale dem Tommaso Amabile, ricandidato con il Pd per portare avanti il lavoro avviato con la VI commissione permanente a Palazzo Santa Lucia. Onorevole, candidato nuovamente al consiglio regionale della Campania, da dove bisognerebbe ripartire secondo lei? «Innanzitutto, un dato importante è assicurare la continuità nella gestione di un’istituzione importante come la Regione Campania perchè da troppo tempo, anche nel Paese, noi stiamo assistendo ad un affermarsi di responsabilità alla guida degli enti istituzionali che non fanno il bene del paese. Le cose messe in campo sono state tantissime e sicuramente tanto è stato fatto ma tanto è da portare ancora a compimento». La Campania sta provando ad uscire fuori dall’emergenza Coronavirus e dalla conseguente crisi economica. Secondo lei, le misure messe in campo dal governatore uscente Vincenzo De Luca sono sufficienti o si dovrebbe fare di più? «Il problema è che nulla è sufficiente, rispetto ad una pandemia che ha messo in ginocchio l’economia mondiale. In questo contesto, il dato della Regione Campania è sicuramente accettabile e condivisibile perchè è stato fatto il massimo dello sforzo, per cercare di dare una risposta ai bisogni più immediati. Il piano sociale arriva quasi a stanziare un miliardo di euro e credo non abbia eguali nel Paese. Siamo consapevoli che non basta, guardiamo con attenzione alle decisioni che il governo nazionale, di concerto con l’Europa, metterà in campo; ci saranno cinquecento miliardi di recovery found che dovranno essere impegnati in modo intelligente, soprattutto per creare una prospettiva di futuro alle giovani generazioni. Sicuramente, le risorse non sono mai troppe e non sono bastevoli quelle di cui il Paese e la comunità istituzionale dispone in questo momento. Per quanto mi riguarda non perderei neanche la grande opportunità dei 36miliardi del Mes che potrebbero portarci ad avere un sistema sanitario che, nella sua concezione, ritengo sia il migliore del mondo in assoluto ma che deve essere riammodernato e ristrutturato; potrebbe veramente diventare un modello di sanità per tutto il globo. Sul piano specifico dell’emergenza sanitaria che ha colpito il Paese e tutto il mondo, in particolare anche la nostra nazione, c’è da dire che ci siamo trovati in un momento particolare, con la sanità campana, per fortuna, uscita dal commissariamento, grazie al lavoro encomiabile del presidente De Luca e dell’intera maggioranza che lo ha accompagnato in questi 5 anni e ha consentito di porre in essere una serie di azioni molto stringenti, sapendo di avere un retroterra non di assoluta tranquillità per affrontare questa emergenza, andavano assunte decisioni forti che sono state messe in campo senza titubanze». Tanti i successi ottenuti da lei, tra questi l’approvazione del testo relativo alle misure del contrasto alla violenza e alla discriminazione di genere… «Credo che la mia commissione sia stata tra le più feconde in Regione Campania, abbiamo sfornato decine di provvedimenti normativi, regolamenti e abbiamo chiuso la consiliatura regionale con una legge importante come la violenza di genere ma tante leggi, nel settore del welfare e delle istituzioni, sono state messe licenziate e messe in campo. Abbiamo ricevuto, non solo in questa fase ma nel tempo, una serie di apprezzamenti da tutta la comunità civile della nostra regione. Ricordo la legge sul bullismo e cyberbullismo, una legge d’avanguardia messa in campo addirittura prima della legge nazionale, con un orizzonte completamente diverso: quella nazionale interviene quando l’episodio si è verificato, si è consumato e va a sanzionare i comportamenti riprovevoli e parla ad una platea circoscritta, si ferma ai soggetti che hanno compiuto la maggiore età; quella messa in campo da noi, invece, mira a prevenire i fenomeni che vanno contrastati e attenzionati sul nascere ma, soprattutto, pone in essere una serie di interventi che mirano ad educare, soprattutto i giovani ma anche tutta la platea di utenti e non solo per il cyberbullismo, per arrivare ad una prevenzione e ad una consapevolezza dei sistemi informatici e telematici. Una legge d’eccellenza, come riconosciuto anche da esperti qualificati del settore. Abbiamo fatto la riforma Adisu, per le università: è stata tra le prime leggi che abbiamo licenziato e sono stato io relatore in aula. Noi da tante Adisu, una per ogni università, siamo arrivati a lavorare su un provvedimento che prevede un Adisurc unica per tutta la Regione Campania, così come tutte le risposte positive che sono state date ai bisogni degli studenti, a partire dal trasporto gratuito, assicurato nel tempo, ma anche a tante altre cose che sono state messe in campo. Abbiamo recuperato anche tre anni di arretrati di borse di studio che non venivano erogate agli studenti meritevoli e ai più bisognosi; siamo completamente allineati con quelle che sono le richieste e le esigenze attuali. Abbiamo fatto tante cose egregie, sarebbe difficile elencare in poco tempo e credo che il guaio peggiore che potrebbe toccare alla Campania è quella di interrompere questa esperienza di governo». C’è qualcosa su cui ancora vorrebbe lavorare?

«Partiamo dalla sanità: all’inizio di gennaio siamo usciti dal commissariamento, poi c’è stata la pandemia. Ovviamente, ci siamo trovati con un sistema portato allo sfascio, perché la scelta infelice, iniziale, di bloccare il turnover e cioè tutti coloro andati in pensione non sono stati rimpiazzati e oggi abbiamo un vuoto in organico di 14.500 unità. Un piano ospedaliero mai licenziato da Caldoro, mai approvato, rimasto fermo a quello precedente del decreto Balduzzi, il commissario di governo, che prevedeva per la provincia di Salerno la chiusura di 4 ospedali: Agropoli, Roccadaspide, Pagani e Scafati. Il nostro piano ospedaliero, ovviamente di programmazione, non solo non prevede la chiusura di nessun ospedale ma la riconversione e la valorizzazione dei presidi, oltre ad aver messo in moto la rete dell’emergenza-urgenza. Sono stati avviati una serie di procedure concorsuali ma manca la materia umana; ci vuole tempo per portare avanti questi discorsi che sono stati già avviati; per portare a termine il recupero dell’edilizia sanitaria e su questo la regione Campania ha recuperato un miliardo e 80 milioni che giacevano da anni presso il ministero e mai utilizzati. Basterebbe già immaginare questo lavoro che ci aspetta da fare per poter dire cosa ancora manca da fare. Effettivamente, manca tantissimo ma mancano soprattutto gli incentivi per quanto riguarda i giovani, per creare quello sviluppo e quelle possibilità occupazionali che consentirebbero di guardare al domani con fiducia, soprattutto per quanto riguarda le giovani generazioni. Poi,una serie di interventi anche in tema di riqualificazione ambientale già avviati ma che devono essere completati. Mi riferisco, ad esempio, alla rete dei depuratori in Campania e in particolare al progetto di risanamento del grande fiume Sarno che dà un’idea circa la realizzazione di vasche di laminazione. Noi abbiamo raddoppiato quella somma permettere innanzitutto a regime il completamento della rete fognaria nei comuni che ne erano sprovvisti ma soprattutto portare tutta la rete fognaria pubblica all’interno dei depuratori, procedere al risanamento del torrente e al dragaggio e poi immaginare di contenere il rischio idraulico, ove sia necessario, anche con vasche di laminazione ma in misura meno invasiva rispetto a come erano state immaginate. Questo è solo un’idea di cosa ancora c’è da fare, Non basterà neanche un’altra intera legislatura per portare a termine tutto». A proposito di sanità, c’è in corso una polemica sui centri covid realizzati e mai aperti.mercoledì a Salerno il ministro Salvini che ha contestato l’operato di De Luca proprio sui centri covid. Lei cosa ne pensa? «Innanzitutto ex ministro. Salvini non è più ministro ma ora è tifoso del Benevento, visto con la maglia che indossava. Io dico ma per fortuna che non sono entrati in funzione e lo dico da cittadino campano e italiano. Ovviamente, gli altri aspetti che sono stati oggetto di attenzione da parte della stampa, doverosa, ma credo che sia di competenza della magistratura che sta facendo i suoi approfondimenti. Credo che tutti vogliamo conoscere e capire cosa è successo ma siamo fiduciosi e crediamo che tutto sia stato fatto nel migliore dei modi».