Alla Figc non piace il Trust, “è guerra politica tra Federazione e la proprietà” - Le Cronache
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Alla Figc non piace il Trust, “è guerra politica tra Federazione e la proprietà”

Alla Figc non piace il Trust, “è guerra politica tra Federazione e la proprietà”

di Francesco La Monica

Tanto tuonò che piovve. Dopo i primi rumors provenienti da via Allegri, che volevano un Gravina non esattamente convinto dalla proposta presentata nella tarda serata di venerdì dalla triade romana, ecco che arriva l’ufficialità: bocciatura, in prima istanza, del trust di scopo e iscrizione della Salernitana al prossimo campionato di Serie A momentaneamente congelata. “Strano” a dirsi, soprattutto dopo le dichiarazioni del Dg Fabiani, fresco di rinnovo, che nemmeno due giorni or sono ha parlato di “cose fatte nel bene e nell’intenzione di preservare il patrimonio della Salernitana”. Nulla quaestio, direbbero i latini, se non fosse che gli ormai famosi paletti imposti dalla Figc sembrano lontani dall’essere rispettati. Se non fosse che, tanto per fare un esempio, i “guardiani” del trust (il generale dei carabinieri Vincenzo Coppo e il legale Matteo Giuseppe Masoni) sono considerati tutti troppo vicini a Lotito, così come l’amministratore unico, il generale Ugo Marchetti, già proposto nel 2017 dallo stesso Lotito come presidente di Lega Serie A. Bocciatura, tra l’altro, non considerata tale dall’avvocato Gian Michele Gentile, legale di fiducia del patron laziale, ma considerata soltanto come richiesta di “semplici chiarimenti e un’integrazione per il normale snellimento e funzionamento del trust da effettuare entro e non oltre la giornata di sabato”. Che sia un tentativo di gettare acqua sul fuoco o verità, per dirla alla Battisti, lo scopriremo solo vivendo. Ciò che resta, inequivocabile ed insindacabile, è la preoccupazione nei volti e nelle parole dei tifosi della Salernitana, sempre più in balia degli eventi. Una preoccupazione che non fa vivere sonni tranquilli nemmeno, è bene ribadirlo, dopo aver conquistato una massima serie dopo 23 anni di spasmodica attesa. E così, al netto di comunicati e dichiarazioni rassicuranti veicolate dal club, la “guerra” intestina tra Lotito e la Figc rischia seriamente di penalizzare, ancora una volta, una piazza che vive di calcio e che, prima di tutto, meriterebbe serenità:

«Penso che sia in atto una guerra politica tra la Federazione e la proprietà, e questa guerra rischia di generare una sola vittima: la Salernitana – dice Marco Giannatiempo, che poi aggiunge – Detto questo, sia le norme che il buon senso ci suggeriscono che un solo soggetto non dovrebbe poter controllare due società nella stessa categoria, e quindi la linea dura della Figc ha senso nella misura in cui intende imporre a Lotito e a Mezzaroma la massima trasparenza in vista della futura cessione del club. Se il trust va modificato, i proprietari lo modifichino in base alle indicazioni della Federazione, cosicché i tifosi potranno iniziare a discutere di aspetti tecnici e non più di aspetti giuridici».

Pensiero molto simile a quello di Ferruccio Gressani: «Credo che bisognerebbe essere sempre tifosi, oltre che della propria squadra del cuore, anche (e soprattutto) della legalità. È evidente che, ad oggi, la soluzione prospettata e, per taluni perfetta, tale non sembra essere. E mentre ci si interroga sul da farsi, la nostra amata è lì, inerme, in attesa di un destino che, necessariamente, dovrà vederla protagonista in massima serie. A prescindere da tutto e tutti. Guai a cancellare un sacrosanto diritto acquisito sul campo. In più – sottolinea Gressani – non esiste un solo tifoso della Salernitana che non vorrebbe l’iscrizione al massimo campionato. Chi asserisce il contrario, abbia anche il coraggio di fare nomi e cognomi. Il più grande fallimento dell’era Lotito, che pur dovrà finire con tanto di ringraziamento speciale per l’obiettivo raggiunto, è l’essere riuscito a mettere tutti contro tutti, anche nel momento in cui ci sarebbe dovuta essere sola e pura estasi sportiva». Lapidario, invece, il commento di Antonio Soglia: «Quello presentato non è altro che un trust farlocco perchè l’unico, reale obiettivo di Lotito è quello di continuare a mantenere il controllo della società in un modo o nell’altro. In sostanza è una furbata che, giustamente, la Figc non fa passare. Immagino che, nel caso di conferma della bocciatura, senz’altro inizieranno i vari ricorsi in sede civile per un risarcimento danni e alla fine, tanto per cambiare, a pagare saranno solo i tifosi della Salernitana».

Sulla stessa lunghezza d’onda il parere di Vincenzo Sabbetta: «La bocciatura del trust era “annunciata”. Le modalità che hanno portato a questa situazione facevano già presagire che qualcosa non andasse. Fosse stato tutto chiaro e impeccabile, la pec sarebbe stata inviata con netto anticipo, ma invece il modus operandi sembra sia solo un modo per eludere il sistema o per guadagnare tempo. I tifosi non vogliono sminuire il dispendio economico che c’è stato in questi anni, infatti la vecchia dirigenza deve avere fino all’ultimo centesimo, nulla di meno, ma anche nulla di più. Purtroppo sappiamo troppo bene quale sia lo spessore imprenditoriale di Lotito, e sinceramente ci suona troppo strano che uno del suo calibro non abbia compratori che lo soddisfino adeguatamente. E ciò per dire che la mossa del trust sembra una forzatura più che un passaggio “obbligato”. Al di là di tutti i discorsi economici che si possono fare a riguardo, la verità è unica e sola: Salerno ha ricevuto l’ennesima mortificazione gratuita vivendo il mese post promozione in serie A con il patema d’animo di chi può piombare dal paradiso all’infermo in un attimo. E questo è profondamente ingiusto». Più tecnica, ovviamente, l’opinione dell’avvocato Alessandro Di Gianni che, in aggiunta, manda un consiglio di tipo legale a Claudio Lotito: «La decisione della bocciatura del trust non mi sorprende. Il problema è quello della mancanza di indipendenza del patrimonio e dell’assenza di autonomia dalla vecchia proprietà. Se Lotito non tira troppo la corda, il problema si risolverà. Occorre però – precisa Di Gianni – fare un distinguo tra una risoluzione a breve scadenza, ovvero sabato come richiesto dalla federazione, ed una risoluzione con contrapposizioni presso la giustizia sportiva e/o Coni. La prima ipotesi è naturalmente auspicabile, sia per le coronarie dei tifosi, sia per poter programmare la campagna acquisti. Ma per risolvere subito occorrerebbe che le modifiche al trust avvengano a quattro mani, due di un avvocato di Lotito e due di un avvocato della federazione; oppure, ancora, occorrerebbe che Lotito si rivolga ad un professionista esterno alla federazione, ma consigliato “in camera caritatis” dalla federazione stessa. La seconda ipotesi porterebbe a tempistiche di risoluzione che potrebbero addirittura portare al differimento dell’inizio del campionato di un paio di settimane, ma è evidente che nessun tifoso e nemmeno la federazione stessa sarebbe felice di incamminarsi in una strada così tortuosa. Temo però che, per Lotito, questo non sarebbe affatto un problema».

In chiusura, il commento di Giuseppe De Rosa: «Ho accolto con assoluta positività e anche con un pizzico di sollievo il parere della Figc, perché ritengo esistano delle priorità alle quali non intendo minimamente rinunciare, e la dignità di salernitano è al prima posto di questa lista. La stessa dignità che per anni mi ha portato ad allontanarmi in attesa della cessione di questa società che credevo che, con il raggiungimento della serie A, fosse ormai prossima a concretizzarsi ma che, ahimè, stenta ancora a farlo. Credo che la proposta di trust presentata dalla società sia un vergognoso tentativo di occultare una mantenuta ingerenza nelle cose granata. Per cui, per un discorso di etica sportiva, di rispetto delle regole e di lealtà non poteva che essere rifiutata. Spero che la FIGC non molli, perché credo possa essere la nostra unica assicurazione sulla liberazione da questo cappio che ci opprime da anni».