Agropoli: l’ambulanza resta, ma Mutalipassi finisce nell’occhio del ciclone per i ringraziamenti all’Asl - Le Cronache
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Agropoli: l’ambulanza resta, ma Mutalipassi finisce nell’occhio del ciclone per i ringraziamenti all’Asl

Agropoli: l’ambulanza resta, ma Mutalipassi finisce nell’occhio del ciclone per i ringraziamenti all’Asl

di Arturo Calabrese

Il servizio di ambulanza rianimativa ad Agropoli non sarà sospeso. La notizia, ormai già della tarda serata di venerdì, ha rassicurato la cittadinanza, ma lascia dietro di sé un lungo strascico di polemiche che vedono al centro il sindaco Roberto Antonio Mutalipassi e la sua comunicazione, accusati di essere stati fin troppo deboli e servili nei confronti dell’Azienda Sanitaria Locale di Salerno. Il primo cittadino agropolese, in effetti, ha annunciato gaudium magnum la non sospensione, lanciandosi in ringraziamenti nei confronti di chiunque: la stessa Asl, gli omologhi di Castellabate e Capaccio Paestum, l’assessore al ramo. Ringraziamenti formulati solo perché è stato garantito un diritto fondamentale del cittadino. Mutalipassi, però, dimentica che nel consiglio comunale di martedì ha rigettato la proposta di istituzione di un tavolo tecnico-amministrativo e ordinato ai suoi consiglieri di fare altrettanto, ordine che i prodi hanno eseguito alla perfezione.  «La Repubblica – recita l’articolo 32 della Costituzione – tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti». Ad Agropoli, però, sembra che tale diritto sia una gentile concessione dell’azienda sanitaria. Da capire, adesso, quali sono le modalità della, stando alle parole di Mutalipassi, “prosecuzione del servizio”.

Critico è Raffaele Pesce, consigliere di opposizione e rappresentante del movimento politico “Liberi e Forti”, che aveva chiesto la convocazione urgente della commissione sanità: «Pare che sia scongiurata, almeno per il momento, la soppressione della ambulanza rianimativa – dice – lo trovo del tutto normale, sono contento ovviamente, ma non capisco i ringraziamenti e gli scappellamenti, frutto della cultura del servilismo che attanaglia ormai il nostro territorio. Ribadisco ancora che, quando un diritto costituzionalmente garantito diventa un “piacere” concesso, motivo di ringraziamenti, di genuflessioni, siamo davvero nel feudalesimo. “La libertà esiste – chiosa con una citazione di Luigi Einaudi – se esistono uomini liberi; muore se gli uomini hanno l’animo di servi».

Sul caso, interviene anche Giovanni Basile, storico attivista agropolese da sempre in prima linea per la difesa della sanità nel territorio: «Il ripristino del servizio ambulanza – le sue parole – è stato possibile solo grazie al personale che si è reso disponibile con ulteriori turnazioni ad assicurare il servizio. Solo innanzi a loro mi genufletto per ringraziarli. Questa vicenda ha svelato un dato che è noto a tutti: l’assenza di programmazione. La sanità – aggiunge – non è improvvisazione e non può essere piegata alle logiche di spesa e di tagli. Il costo di un servizio rianimativo verrebbe ampiamente ripagato alla prima vita strappata alla morte e quindi quanto vale la vita di una persona? Sarebbe tutto diverso se nei bilanci venissero inseriti i dati delle vite salvate grazie ai servizi erogati. Agropoli, ancora una volta, è esempio di promesse non mantenute. Il famoso implemento della struttura grazie al Covid dov’è? A questo – prosegue – si aggiungano i conflitti di interesse tra chi ricopre ruoli in sanità e ruoli politici. Non a caso, l’amministrazione ha bocciato la richiesta di istituzione di un tavolo tecnico per la sanità cittadina ed è stato come rispondere che la sanità è cosa nostra. La riattivazione dell’ospedale può avvenire solo per tramite di un’azione congiunta di pressione forte nei confronti di tutti i riferimenti politici. Si deve partire, però, con il trattare la materia con serietà e senza demagogia da parte di tutta la politica cilentana, di maggioranza e minoranza».