Accusa il cugino ventenne di carezze proibite poi rinuncia alla parte civile - Le Cronache
Giudiziaria

Accusa il cugino ventenne di carezze proibite poi rinuncia alla parte civile

Accusa il cugino ventenne  di carezze proibite poi rinuncia alla parte civile

Pina Ferro

E’ accusato di aver toccato la cuginetta adolescente: a processo. Un processo fatto di tante contraddizioni e dal ritiro inaspettato della parte civile, quello che si sta celebrando dinanzi ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Salerno. Per il cugino presunto molestatore il Pm ha chiesto la condanna a sei anni di reclusione. La sentenza nella prossima udienza di febbraio.
Una storia che sembrava una favola e che invece al lieto fine si è sostituito un incubo per due famiglie che si erano ritrovate dopo tanti anni.
Scenario delle presunte molestie sessuali, limitate a dei palpeggiamenti, l’abitazione di Ricigliano, nel Cilento dove l’allora bimba di dieci anni (oggi ne ha 16) risiede con i genitori. A vestire i pani dell’orco secondo l’accusa sarebbe un cugino ventenne, figlio di una sorella della madre della vittima. Le due donne si erano ritrovate dopo che per anni non si erano viste (erano state separate alla nascita). Era proprio la gioia per questo incontro che aveva indotto le due famiglia quella di Ricigliano e quella della sorella residente a Napoli, a vedersi spesso. Ed era proprio la donna che sovente, insieme al figlio, raggiungeva Ricigliano per far visita alla germana. Anche il cugino spesso si recava nel Cilento per far visita ai parenti e dar loro qualche aiuto, considerate le condizioni economiche in cui vivevano. Ed è stata proprio durante una di queste visite che sarebbero avvenute le molestie. Secondo il racconto della minore, il cugino tutte le domeniche restava a pranzo e di nascosto, nonostante il diniego della ragazzina, le toccava le gambe e le parti intime. Carezze che sarebbero state fatte anche mentre i due giocavano o erano seduti sul divano del soggiorno. Sempre secondo il racconto della piccola pare che le carezze avvenissero sempre dopo che il cugino le avesse chiesto di farle e dopo il diniego della stessa. Diniego non rispettato dal giovane al punto da scatenare la reazione della giovane che a suo dire avrebbe mollato un ceffone al cugino perché si era spinto troppo: avrebbe voluto essere toccato.
A denunciare l’intera vicenda non è stato nessun componete della famiglia della bimba ma la psicologa che teneva il cura il fratello di questa. Sembra che il ragazzo abbia parlato di tali presunte carezze con il medico e che lo stesso abbia poi denunciato la cosa alla magistratura. Fu il sostituto procuratore Roberto Penna ad aprire il fascicolo procedurale. Nel corso del dibattimento la parte civile non è stata più presente. Ora si attende la sentenza.