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“A mio padre non hanno riconosciuto il Coronavirus ed ha rischiato la vita”

di Erika Noschese
Malasanità e coronavirus, due elementi che hanno ridotto in fin di vita un uomo. A raccontare la sua storia è la figlia Lucia D’Elia che denuncia i disservizi dell’ospedale modulare del Ruggi d’Aragona. Il primo campanello d’allarme scatta il 24 ottobre quando D’Elia viene ricoverato presso l’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona, nella sezione modulare per pazienti Covid dove viene curato in pronto soccorso dopo aver avuto conferma della sua positività al covid, prima di una serie di smentite e di “consigli” nel riportarlo a casa.
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