Yari Gugliucci, da Los Angeles allo stadio Arechi - Le Cronache
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Yari Gugliucci, da Los Angeles allo stadio Arechi

Yari Gugliucci, da Los Angeles allo stadio Arechi

Di Andrea Pellegrino 

Da Los Angeles allo Stadio Arechi di Salerno: giorni con il batticuore per l’attore salernitano Yari Gugliucci,
che torna nella sua città dopo aver accompagnato Lina Wertmüller alla consegna dell’Oscar alla carriera.
«Emozioni immense, indescrivibili», racconta Yari Gugliucci: «Ero accanto a
lei e di fronte a Sofia Loren, un bel momento che porterò per sempre con me». La statuetta sul tavolo, Lina Wertmüller, nell’Olimpo del cinema internazionale con attori internazionali. «Le inquadrature di me sono su tutti i canali. Al mio ritorno a Salerno, un ex alunno di mia nonna si è complimentato con me. Anzi ha esclamato testualmente: “accidenti, ti ho visto con la Wertmüller”». «Un po’ lo sento anche mio– prosegue Yari Gugliucci –ho seguito ogni suo passo, ho appreso tanto.Lina piace a tutti, è stata la prima donna candidata all’Oscar (per il film Pasqualino Settebellezze, ndr), è un’artista internazionale. Non poteva andare meglio».E c’è un pezzo di Salerno anche in quella cerimonia, svela Yari Gugliucci, che porta con sé quasi ovunque la sua città. Una prova generale? «Speriamo – sorride –il sogno di ogni attore è quello di ricevere la statuetta. Non nego che fin da bambino ho preparato discorsi e mi sono esercitato davanti allo specchio. Stavolta ho avuto l’opportunità di vivere queste sensazioni senza però imbattermi nel discorso di ringraziamento». Quest’anno le feste di Natale saranno rigorosamente salernitane, contrariamente allo scorso anno. «A Napoli terrò la masterclass dedicata ai giovani attori – annuncia– poi sarò nella mia città». Prossimi appuntamenti: «Proseguiamo la tournée, soprattutto al nord, di Viktor Und Viktoria – spiega l’attore – poi riprenderemo anche dei progetti per il piccolo e grande schermo». Ieri piccola pausa all’Arechi per tifare la sua squadra: «Ho ricominciato ad amarla dopo i miei viaggi all’estero. E’ entrata in me, in maniera più sentimentale. Quando posso vado allo stadio».