Volo da un capannone a Fisciano Per la morte di Grasso in 5 a processo - Le Cronache
Cronaca Giudiziaria

Volo da un capannone a Fisciano Per la morte di Grasso in 5 a processo

Volo da un capannone a Fisciano Per la morte di Grasso in 5 a processo

Pina Ferro

Perse l’equilibrio mentre montava dei pannelli solari. Un volo di diversi metri che non diede scampo a Giovanni Grasso 22 anni, di Calvizzano in provincia di Napoli. Per la morte del giovane operaio otto persone finirono nel registro degli indagati. Titolare delle indagini il sostituto procuratore Elena Guarino. Ieri mattina, il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Salerno, Donatella Mancini ne ha rinviato a giudizio 6; uno ha patteggiato la pena mentre l’ottavo ha scelto di essere giudicato con il rito dell’abbreviato. Per tutti, difesi da Carmine Guadagno e Silverio Sica l’accusa era di omicidio colposo. I familiari della vittima si sono costituiti parte civile e sono rappresentati dall’avvocato Biagio Vallefuoco. La tragedia si consumò il 9 giugno del 2012 in via Cervito a Fisciano. Giovanni Grasso, dipendente della Gaia Energy, ditta di Grumo Nevano che installa pannelli fotovoltaici stava lavorando sul tetto dell’azienda Me.Ca di proprietà della famiglia Ferrara. Il 22enne stava installando dei pannelli solari quando, all’improvviso, perse l’equilibrio e cadde nel vuoto. L’operaio fece un volo di oltre dieci metri. La macchina dei soccorsi, attivata, dai presenti sul posto in quel momento si mise immediatamente in moto. Sul posto intervenne un’ambulanza del 118 ed i carabinieri della compagnia di Mercato San Severino. Giovanni Grasso dopo essere stato immobilizzato fu trasportato al pronto soccorso dell’ospedale “Gaetano Fucito” di Curteri di Mercato San Severino. Purtroppo a seguito di quel maledetto volo il giovane aveva riportato diverse lesioni interne che ne determinarono il decesso. Sulla morte dell’operaio, sposato e padre di di un bimbo di un paio d’anni, fu immediatamente aperta un’inchiesta da parte della magistratura. L’attività investigativa fu coordinata dal sostituto procuratore Elena Guarino.