Voci dal Serraglio: Nostalgico Tramonto - Le Cronache
Salerno

Voci dal Serraglio: Nostalgico Tramonto

Voci dal Serraglio: Nostalgico Tramonto

Di Luigi Brancaccio

Dagli spalti del vecchio castello scivola il mio pensiero verso paesaggi di giovanili visioni. Ad occhi socchiusi catturo il tramonto riflesso sull’orizzonte del mare abbracciato fra coste opposte del golfo di Salerno. In controluce una barca apre la sua vela ad un soffio di vento, e lentamente si allontana. Lentamente affiorano ricordi di mura silenziose che ai suoi piedi tante voci raccoglievano. Ritrovo nomi e volti di compagni mai dimenticati, sorrisi e pianti in ugual modo condivisi, scale lentamente discese nella solitudine di vuote passeggiate delle domeniche in riga sul Lungomare. Visioni che tornano con nostalgia di anni scivolati lontano come soffio di vento che porta un rimpianto. Ad un balcone affacciato su quelle scale una rosa fioriva con due boccioli appena sbocciati, innocenti seni di ragazzina. I miei occhi su di lei si posavano arrossendo solo allora senza pianto. Fioriva come rosa, e di rosa profumava. I suoi capelli lunghi e neri, i primi accarezzati. Il suo corpo sinuoso e snello, il primo tra le braccia. Le sue labbra, le prime del primo bacio. La sua voce, la prima per un «Ti amo». In un tramonto così simile al mio, rivedo la freschezza dei suoi quindici anni, la mia solitudine lontana, e l’illusione che fosse quello l’amore. Fu la mia prima delusione, un boccone più amaro di quanti a diciott’anni ne avessi già ingoiati: qualcuno più a lei vicino dal balcone l’aveva messa sulla strada per far cogliere ad altri quella rosa. Capirlo mi fece molto male, e il ricordo anche adesso mi dà pena: nelle mie orecchie l’urlo di «Puttana!» è un’eco che ferisce come il pianto di quella ragazzina che a quindici anni davanti aveva un desolato cammino. Rubo al golfo gli ultimi colori di un paesaggio conservato nel mio cuore. In controluce una vela si allontana verso l’orizzonte che lentamente confonde ricordi di giovanili visioni. Una ferita prova a chiudersi sull’onda di un nostalgico tramonto.