“Vittorio Zoccola ai domiciliari perchè sta parlando”. C’è altro interrogatorio - Le Cronache
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“Vittorio Zoccola ai domiciliari perchè sta parlando”. C’è altro interrogatorio

“Vittorio Zoccola ai domiciliari perchè sta parlando”. C’è altro interrogatorio

di Erika Noschese

“Fuggono tutti in questa città”. Massimo Giletti, conduttore di Non è L’Arena su La7, dopo sole due puntate sembra aver compreso davvero il sistema Salerno. Le telecamere nazionali, tornano ad occuparsi del caso Salerno, dopo l’inchiesta della Procura di Salerno sui presunti appalti truccati. Ospiti della puntata l’avvocato Michele Sarno, legale di fiducia di Vittorio Zoccola, il ras delle cooperative sociali; il giornalista Nello Trocchia e il direttore de Il Fatto Quotidiano Peter Gomez. Giletti ha ripercorso le tracce dell’inchiesta della Procura sul collegamento tra le cooperative e la politica, a livello comunale e regionale. Giletti ha parlato anche delle polemiche mosse dai competitor in quanto Sarno non è solo il legame della “gola profonda” ma anche il consigliere di centro destra. Giletti, durante la puntata ha tirato fuori una “carta”, particolarmente interessante: è la lettera che il dominus delle cooperative sociali Vittorio Zoccola aveva scritto a De Luca. Semplici promemoria sugli interventi da portare a termine in città in vista delle prossime elezioni regionali. Interventi che, ovviamente, prevedevano le cooperative sociali. Una serie di indicazioni che il conduttore ha preferito non analizzare nel dettaglio; si tratta di un atto sequestrato dalla squadra mobile durante le perquisizioni. “Zoccola ha chiarito che a Salerno, secondo la sua percezione, c’era Piero De Luca con una serie di persone che avevano assunto atteggiamenti che andavano in direzione contraria – ha dichiarato Sarno – Zoccola lamenta l’atteggiamento che questi politici hanno tenuto in città, non voglio dire che De Luca padre non conti nulla e, soprattutto, Zoccola potrebbe non avere nei confronti del figlio la stessa stima che nutriva nei confronti del padre”. Le telecamere di La7 hanno poi incontrato Piero De Luca, presente allo stadio Arechi in occasione del derby Salernitana-Napoli. De Luca junior ha risposto serenamente alle domande relative al calcio, non rispondendo sull’inchiesta. Sarno ha ricordato che all’atto della perquisizione sono stati sequestrati alcuni documenti, tra questi la lettera che il ras delle coop ha inviato al governatore De Luca in occasione delle regionali. Attenzionate dalle telecamere nazionali l’audio diffuso su whatsapp con le parole pronunciate da Gianluca Izzo, amministratore di fatto della cooperativa San Matteo. C’è poi un secondo audio, diffuso il tre ottobre, giorno del voto, da Mario Gaeta, cugino di Izzo: “Ragazzi buongiorno, vi comunico che è stato inoltrato il messaggio che lui ha fatto mandare da Umberto su questo gruppo. Sta vedendo già chi è il responsabile di questa cosa, appena capirà chi ha inoltrato il messaggio si prenderà le conseguenze”, dice Gaeta nell’audio. Le telecamere di La7 hanno provato a sentire Izzo, beccato in città ma anche in questo caso nulla: l’amministratore di fatto della cooperativa San Matteo non parla. A provare a dare una spiegazione è invece Alessandra Francese, candidata con i Progressisti per Salerno e prima dei non eletti. “Non ho sentito voti in cambio di lavoro nell’audio di Izzo, io ho detto ai miei amici che mi sarei aspettata gratitudine e riconoscenza ma credo sia normale in tutti i rapporti. Tutti i candidati si fanno i conti dei voti, mio marito è un dipendente non il presidente della cooperativa – ha dichiarato la Francese – Oggi grazie a queste persone che hanno parlato siamo tutti a casa, nella cooperativa San Matteo almeno 30 persone sono a casa, ma di quale sistema parliamo, esistono le gare d’appalto”. La Francese si dice estranea al secondo audio e smentisce il ricatto del pane, parlando di un’errata interpretazione da parte della Procura di Salerno. I lavoratori delle cooperative hanno svelato quel sistema, raccontando di essere stati sempre intimoriti rispetto al voto. “Posso mai sputare nel piatto in cui mangio?”, ha chiesto un dipendente. La vicenda dei voti alle regionali è stata ricostruita anche attraverso le intercettazioni di Zoccola e Beppe Travaglino, dipendente di Salerno Pulita: il dominus ha spiegato le direttive ottenute dal “capo”, il presidente della Regione Campania per le elezioni regionali: il 70% a Nino Savastano e il 30% a Franco Picarone “perchè Nino ha un competitor forte e De Luca non può fare brutta figura. L’avvocato Sarno conferma che Zoccola è ai domiciliari perchè sta collaborando e nei prossimi giorni ci sarà un terzo interrogatorio.