Vitologatti, la proprietà incalza il Consiglio: «Nessuna pronuncia sull’estetica» - Le Cronache
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Vitologatti, la proprietà incalza il Consiglio: «Nessuna pronuncia sull’estetica»

Vitologatti, la proprietà incalza il Consiglio: «Nessuna pronuncia sull’estetica»

di Andrea Pellegrino

Torna all’attenzione della commissione consiliare e del Consiglio comunale la vicenda “Vitologatti”. La proprietà ha inviato, agli uffici preposti di Palazzo di Città, le integrazioni per il rilascio del permesso di costruire. La vicenda era stata già affrontata nei mesi scorsi dalla commissione urbanistica ma era stata poi rinviata dal Consiglio comunale per ulteriori approfondimenti. L’amministratore della società che ha acquistato l’ex stabilimento di acqua e che vorrebbe ora realizzare appartamenti, ha chiesto nuovamente il cambio di destinazione d’uso per la riqualificazione dell’area urbana dell’ex Vitologatti in via Gatti, in base alle disposizioni del “piano casa”. Nella relazione, Marco Grandino, precisa, inoltre che: “Il Consiglio comunale deve attenersi solo alla valutazione della Convenzione atta a regolamentare i rapporti tra la Società e la pubblica amministrazione, sia in merito alla realizzazione e cessione degli standard, sia in merito alla vendita convenzionata degli immobili destinati ad edilizia residenziale sociale”. Dunque, prosegue: “Nessun giudizio estetico e qualitativo deve attenere all’organo deliberativo. Il passaggio in Commissione urbanistica e l’eventuale parere del Consiglio comunale, sempre se necessario, potrà e dovrà attendere alle opere di urbanizzazione e alla corretta gestione dell’Ers”. Quanto alla riqualificazione, l’amministratore della società precisa: “La posizione del fabbricato oggetto di ricostruzione non incide assolutamente nei rapporti visivi più importati dei fabbricati presenti e circostanti”. Inoltre: “Il fabbricato non supera neppure la quota assoluta dei palazzi del Cimitero”. Infine, si legge ancora nella relazione, “è stata compiuta una indagine specifica sul sedime del fabbricato che, in via preliminare, ha escluso la presenza di possibili ritrovamenti archeologici”.