Villa dei Fiori, i lavoratori scrivono al sindaco - Le Cronache
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Villa dei Fiori, i lavoratori scrivono al sindaco

Villa dei Fiori, i lavoratori scrivono al sindaco

Dopo l’incontro di ieri, e la consegna di una istanza con quasi 1.600 firme per l’ampliamento del Centro di riabilitazione, i lavoratori di Villa dei Fiori scrivono al sindaco Torquato perché, dopo sette anni, sblocchi una vicenda fondamentale per il loro posto di lavoro e per i servizi sanitari sul territorio. Questo il testo della lettera aperta. “Egregio Sindaco, – si legge nella lettera – innanzitutto grazie per la cortesia e l’attenzione con cui ci ha ricevuto nella giornata di ieri e per l’impegno che ha preso a dare una riposta entro il 21 giugno. Dalla Sua risposta dipendono il futuro di decine di lavoratori (che rischiano la disoccupazione) e la qualità dei servizi sanitari sul nostro territorio. Quanto tutto questo sia importante lo dimostrano anche le 1.559 firme raccolte in pochi giorni per presentare l’istanza al Comune. Ci consenta però di esprimere una preoccupazione che non ci fa dormire la notte: Lei ha detto che in caso di risposta negativa ci accompagnerà alla Regione. Ma questo, signor sindaco, significherebbe, dopo sette anni di attesa, la fine di tutto. Perché la Regione ha già detto, per ben due volte, che ciò che serve è la delibera del Consiglio Comunale. Ci permetta di riassumere i fatti: Nel 2017 la Regione per poter procedere all’autorizzazione chiede al Comune tre cose: la delibera di giunta con riconoscimento della “pubblica utilità”; la Conferenza dei servizi (con il parere positivo di Sovrintendenza, ASL, VVFF, ENEL); la delibera del Consiglio Comunale. Dopo 550 giorni dalla approvazione il Comune manda alla Regione le prime due cose, manca la delibera del Consiglio Comunale. Infatti dopo 18 mesi (novembre 2020) la Regione ripete al Comune, con le stesse parole, che manca la dichiarazione del Consiglio comunale sulla pubblica utilità. Richiesta che non viene mai contestata dal Comune (se l’avesse ritenuta illegittima l’avrebbe fatto immediatamente). Inoltre il TAR ha chiarito che è il Comune che si deve esprimere, come richiesto dalla Regione. A questo punto è ovvio, signor Sindaco, che “tornare alla Regione” significherebbe far dire dalla Regione al Comune (per la terza volta!) che serve il parere del Consiglio Comunale. Ovvero bloccare tutto, di nuovo, dopo sette anni. Senza alcun motivo. Ma ormai non c’è più tempo, perché senza autorizzazione da un momento all’altro la Regione potrebbe tagliare i posti letto alla struttura costringendola a licenziare, e buttando così a mare un grande investimento privato a vantaggio dei cittadini e del territorio. Obiettivamente, una follia. Siamo convinti, signor Sindaco, che Lei abbia a cuore il futuro del nostro lavoro e il miglioramento dei servizi nella città che Lei rappresenta. Per questo siamo fiduciosi. Sappiamo che, nell’interesse di tutti, non ci lascerà soli.