Videopoker e voto scambio, 21 arresti. da figlio del boss a reggente clan - Le Cronache
Cronaca Provincia

Videopoker e voto scambio, 21 arresti. da figlio del boss a reggente clan

Videopoker e voto scambio, 21 arresti. da figlio del boss a reggente clan

Gianluigi Serino, figlio ‘cadetto’ del boss dell’agro nocerino-sarnese Aniello, detenuto cosi’ come il figlio maggiore Matteo, era il reggente del clan e aveva deciso di farsi strada anche tessendo alleanze con la politica locale. Ora invece e’ in carcere, e il suo ‘referente’ nel tentativo di infiltrarsi nell’amministrazione comunale di Sarno, Franco Annunziata, gia’ consigliere provinciale e poi candidato sindaco di Sarno sostenuto da tre liste civiche che facevano capo a Ncd, e’ indagato. E’ l’esito di una indagine del Ros dei carabinieri di Salerno cominciata nel 2013 per capire le ragioni del monopolio del noleggio di videopoker nella zona da parte di un’imprenditore del Napoletano, e finita con 21 arresti tra cui quello dell’aspirante boss.Al centro dell’inchiesta coordinata dalla procura salernitana, Raffaele Vitiello, di Boscoreale, titolare della Viscomatic srl, azienda con un volume d’affari considerevole esteso tra le province di Napoli, Salerno e Foggia anche grazie al sistematico ricorso all’appoggio di cosche locali in cambio di denaro. Un ‘sistema’ che nell’estate 2013 incide sui precari equilibri criminali del territorio – scrive il procuratore diSalerno Corrado Lembo – dove il clan Serino e quello che fa capo a Luigi Parlato sono gia’ in frizione. La decisione di mettere alcune delle macchine di videopoker di Vitiello, d’accordo con Parlato, in un bar di Sarno, non piace a Gianluigi, il rampollo dei Serino che sta gestendo gli affari illeciti della ‘famiglia’. In quasi due anni, il Ros documenta la gestione delle piazze di spaccio locali dell’aspirante boss, che in prima persona si occupa anche dei videopoker, appoggiando altri due imprenditori del settore, Vincenzo Lapelazulli e Pompeo Delli Bovi; episodi di abigeato, anche nelle province di Avellino e di Potenza; l’intestazione fittizia di attività di scommesse e noleggio di macchine distributrici di alimenti e bevande che in realta’ fanno capo a Gianluigi e ai suoi fratelli Nicola e Michelina. Tutte iniziative di cui il boss Aniello, detenuto a Padova, e’ consapevole e nelle quali da’ consigli attraverso i colloqui con i familiari. A maggio poi la svolta, il tentativo di condizionare l’amministrazione a Sarno imponendo un uomo di fiducia, Annunziata appunto, una priorita’ per Gianluigi Serino, dicono i pm, in modo da inserirsi nell’imprenditoria locale. Sotto sequestro ora anche beni dei Serino per 2 milioni di euro, tra aziende agricole, auto e conti correnti bancari e postali.