Valerio Iaccio nella città della Mole: la missione di suonare live - Le Cronache
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Valerio Iaccio nella città della Mole: la missione di suonare live

Valerio Iaccio nella città della Mole: la missione di suonare live

Abbiamo raggiunto il violinista dell’ Orchestra della Rai. “La lontananza da Salerno è per me una cicatrice che ad ogni cambio di tempo si fa sentire, e dà fastidio. Ma penso che la vita mi abbia portato nel posto giusto per me”.

 Di OLGA CHIEFFI

 

Abbiamo raggiunto uno dei musicisti salernitani che hanno lasciato la nostra città, il violinista Valerio Iaccio, che dal 2007 è a Torino, oggi tra i primi violini dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai

Valerio, alla chiusura dei teatri e dei vari templi dello spettacolo come è cambiata la tua vita?

“In questo periodo così strano e inaspettato si sono viste reazioni molto diverse da parte di chi, per mestiere o per diletto, ha la fortuna di fare musica: c’è stato chi ha voluto continuare a suonare per gli altri, magari tramite video postati sulle pagine social o suonando dal proprio terrazzo, e chi invece ha taciuto, musicalmente parlando. Ebbene io sono tra questi ultimi, perchè credo che se qualcuno volesse sentire, per esempio, un brano di Bach per violino, solo col tablet o lo smartphone, non ha certo bisogno del mio video fatto col cellulare, andando su youtube lo trova eseguito da grandi artisti. Quello che questo fermo obbligato, ma assolutamente necessario, ha fatto è stato di impedire la missione, la credo sul serio tale, dei professionisti dello spettacolo che credono, come me, che il miglior modo di fare arte sia dal vivo. Oggi col computer puoi visitare la cappella sistina, vedere l’Amleto o ascoltare una sinfonia di Mahler in molte versioni, ma dal vivo queste esperienze ti cambiano la vita. E spero vivamente che, alla fine di questa amara prova del covid-19, venga supportata e valorizzata l’arte ancora più di prima. Non che non apprezzi chi invece ha deciso di dedicarsi solo alle incisioni in studio, penso a Glenn Gould ad esempio”.

 

Torino è stata una città molto colpita da questo virus, come vivi il momento?

 “Io e mia moglie siamo fatalisti ma, allo stesso tempo, prudenti avendo tre bambini. Mi fa molta tristezza pensare a come persone a noi così vicine, debbano trascorrere i loro ultimi giorni di vita, alla lontananza dai loro cari, e ai loro cari stessi, devono essere lutti molto faticosi da elaborare,  per non parlare di tutte le classi lavorative coinvolte in modo diretto o indiretto in questa maledetta epidemia Possiamo solo ubbidire e attendere che dopo questa tempesta arrivi la quiete. Molti si chiedono quale possa essere l’utilità di chi fa spettacolo, siamo tra i primi che un occhio, poco attento, potrebbe sacrificare per altri servizi, invece dobbiamo capire che la nostra società cresce grazie all’ esigenza di bellezza. Chi sceglierebbe di ascoltare un martello pneumatico al posto di un pianoforte? Eppure con il pianoforte non si costruiscono case, ospedali, stazioni, negozi; ma immaginandomi questi posti realizzati penso a quanto la presenza di un pianoforte possa arricchirli in bellezza, e mi rendo conto di quanto l’arte non sia un accessorio della società, ma una radice preziosa della nostra civiltà”.

Un pensiero per i tuoi affetti qui a Salerno, forse in una zona direi più sicura.

 “La lontananza da Salerno è per me una cicatrice che ad ogni cambio di tempo si fa sentire, e dà fastidio. Ma penso che la vita mi abbia portato nel posto giusto per me. Sono molto fiducioso che le misure prese dal governo possano far rimanere il Sud abbastanza poco intaccato da questo nemico invisibile e tenace, spero con tutto il cuore di poter tornare quanto prima dai miei cari e nella mia “immortale amata” (visto che siamo nell’anno beethoveniano!), e che capiti l’occasione di poter suonare con qualche vecchio amico”.

Un musicista non è mai solo, cosa stai studiando? A quali progetti hai dovuto rinunciare e quando speri di poter riprendere a suonare in pubblico?

“Abbiamo dovuto, in quanto orchestra Rai, rinunciare a malincuore a concerti bellissimi, a una tournée in Spagna di cinque date e ad un paio di progetti cameristici, ma il fine è nobile anche se i mezzi faticosi. Di sicuro l’orchestra della Rai ha annullato tutti gli impegni di Aprile, seguiamo le direttive dei decreti sperando di tornare presto alla nostra attività consueta. In ogni caso mi permetto di dire che abbiamo un calendario estremamente interessante, quindi sono certo che il nostro ritorno sarà una grande festa, per noi e per il nostro pubblico”.

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