Usura, teste minacciato e aggredito dall’imputata - Le Cronache
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Usura, teste minacciato e aggredito dall’imputata

Usura, teste minacciato e aggredito dall’imputata

di Red.Cro.

Tensione. grida, accuse: udienza movimentata durante il processo per usura che vede coinvolti personaggi di primo piano. Durante la testimonianza di una vittima, che raccontava di aver pagato un tasso elevatissimo di interesse, uno degli imputati lo minaccia e tenta di aggredirlo dicendo di raccontare bugie. In sostanza, Elvira De Maio (la scafatese ritenuta la mente del denaro a strozzo) è andata su tutte le furie affermando che il teste raccontava il falso. Vale a dire che aveva prestato quel denaro ma non gli era stato tornato indietro neppure il capitale. Tutto sotto gli occhi dei giudici nocerini, Dopo la mamma anche il figlio Raffaele Porpora, inveiva da dietro le sbarre. Il processo riprenderà il prossimo 12 dicembre quando è prevista anche la sentenza a carico degli imputati. Due le persone chiamate a deporre, che hanno confermato di essere stati sotto strozzo di una famiglia di Scafati. Al banco degli imputati ci sono tra gli altri Elvira De Maio, vedova del boss Antonio Porpora, il figlio Raffaele e la nonna Gerardina Nastro. L’inchiesta si concentra su un fitto giro di prestiti usurari ad interesse. Secondo l’impianto accusatorio, oggi al vaglio del collegio giudicante, il gruppo avrebbe prestato denaro, per poi chiederlo indietro con violenza e minaccia, praticando tassi di interesse oltre i limiti consentiti dalla legge. L’indagine arrivò al suo culmine il 22 giugno dello scorso anno, quando dai carabinieri si presentò una delle vittime, che raccontò il suo calvario in mano agli usurai. Assieme alle difficoltà a coprire quegli interessi, con minacce di morte arrivate quando i soldi non venivano versati. E con minacce promesse anche alla sua famiglia. Il primo ad essere arrestato fu Raffaele Porpora, fermato mentre intascava dei soldi segnalati e fotocopiati dalla prima vittima, alla quale il figlio di Elvira De Maio avrebbe continuato a rivolgere minacce molto pesanti, sia di persona sia al telefono. Il motivo era il ritardo per il pagamento di due prestiti, di 2000 e 3500 euro. Soldi che fruttavano a quella famiglia oltre 11mila euro mensili. Ieri lo show in aula.