Uno Czar e una Zarina per il LXVI Festival di Ravello - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Uno Czar e una Zarina per il LXVI Festival di Ravello

Uno Czar e una Zarina per il LXVI Festival di Ravello

Ventisei appuntamenti tra classica, danza e jazz su cui brillano le stelle russe di Valery Gergiev e di Svetlana Zacharova, unitamente a Bill Frisell e Paolo Fresu che incontra Daniele Di Bonaventura e ancora i concerti di mezzanotte tutti pianistici con il grande Andrea Lucchesini

 Di OLGA CHIEFFI

La LXVI edizione del Ravello Festival, presentata ieri mattina a Palazzo Santa Lucia, parla russo. Sui ventisei eventi che ci accompagneranno dal 30 giugno al 25 agosto, firmati dai tre direttori artistici Alessio Vlad per la musica seria, Laura Valente per la danza, tendenze, formazione, mostre e nuovi linguaggi, unitamente a Maria Pia De Vito per il jazz, brillano incontrastate le stelle di una delle più amate bacchette del mondo, lo “Czar” Valery Gergiev e della regina della danza, Svetlana Zacharova.  Se ancora brucia l’allunamento del concerto wgneriano del 2015 con la celebre bacchetta russa per una leggerezza del comune di Ravello con l’Orchestra del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo ed il Coro dell’Accademia di Santa Cecilia, insieme per un’esclusiva nazionale con un programma particolare quale l’esecuzione dei temi del Parsifal, per il quale non certo si potè certo sfidare il cielo di settembre, senza avere un ripiego al coperto in caso di pioggia, constata l’indisponibilità dell’Auditorium Oscar Niemeyer come sede alternativa, il direttore armeno sarà a Ravello il 21 agosto alla testa della “sua” orchestra, quella del Teatro Mariinskij, per regalarci  Petruska, il burlesque in quattro scene di Igor Stravinskj e la sinfonia in Si Minore op.58  Manfred, in quattro quadri da Byron di Petr Il’ic Cajkovskij. La Zarina, invece, Svetlana Zacharova, sarà di scena il 29 luglio in un progetto originale per il Ravello Festival, “Russian Code”, con le Stelle del Teatro Bol’šoj di Mosca e del Mariinskij di San Pietroburgo, autentici templi celebrati con i classici senza tempo del balletto romantico,. Il cartellone del Ravello Festival prenderà il via il 30 giugno per conto e nel nome di Richard Wagner con un concerto affidato ad Esa Pekka Salonen e alla Philharmonia Orchestra di Londra, mentre quello di chiusura, il 25 agosto saluterà protagonista la Deutsche Oper di Berlino e Donald Runnicles. Un ritorno, quello del maestro di Helsinki, che vuole avere il senso di una acquisizione di un legame, con un programma pensato apposta per Ravello. L’anno scorso Salonen incantò il pubblico con una esibizione in cui il virtuosismo e l’energia seppero nutrirsi della forza d’impatto del luogo, cui si affianca la presenza, per la prima volta a Ravello, di Runnicles che, a capo di uno dei più importanti Teatri tedeschi, a Wagner ha dedicato gran parte di una prestigiosa carriera. Il raffinato intreccio del cartellone è impreziosito da diverse gemme, a cominciare dal ritorno, il 25 luglio di Alexander Lonquich, con i giovani talenti dell’Orchestra Nazionale dei Conservatori italiani, seguito dall’Orchestre Philharmonique de Radio France diretta da Myung-Whun Chung, il 14 luglio, anniversario della presa della Bastiglia, con un programma che omaggerà Maurice Ravel ed Hector Berlioz, con la sua Symphonie Fantasique. Sempre dalla Francia arriverà a Ravello, il 22 luglio, Jérémie Rhorer con la sua creatura prediletta, Le Cercle de l’Harmonie, mentre doppio appuntamento invece, 18 e 19 agosto, per la Budapest Festival Orchestra, che festeggerà in Costiera il venticinquennale della sua fondazione con la bacchetta di Ivan Fischer, suo fondatore. L’Orchestra Filarmonica Salernitana “Giuseppe Verdi” infine, vedrà per il terzo anno di fila, l’alba dell’ 11 agosto, diretta da Ryan McAdams. Il pianoforte sarà, invece, l’assoluto protagonista dei Concerti di Mezzanotte che verranno inaugurati il 5 agosto da Andrea Lucchesini, al quale seguiranno Sun Hee You, il 9, Varvara, il 13,  Bertrand Chamayou, il 16 e Federico Colli il 23 agosto. La proposta artistica della sezione jazz, dal titolo “Roots and wings”, offre un programma dedicato alle voci, quest’anno in prevalenza maschili, in cui la musica sembra essere tecnica narrativa che trae ispirazione dalle grandi poetiche del Novecento affrontandone le grandi questioni irrisolte. Il primo appuntamento, il 10 luglio, saluterà la performance di Ivan Lins, icona della musica popular brasileira, insieme al gruppo italiano InventaRio. Il viaggio proseguirà con Tigran Hamasyan , il 15 luglio, pianista armeno che giovanissimo ha scalato le hit parade mescolando jazz americano, musica tradizionale armena e rock progressivo. Hamasyan presenterà in esclusiva italiana il suo concerto in piano solo: “An ancient observer”. Kurt Elling, con il suo setstetto, sarà di scena il 18 luglio, il più famoso e premiato cantante jazz statunitense, innovatore e tradizionalista insieme, presenterà al Ravello Festival il suo ultimo lavoro discografico, “The Questions” proponendo riletture di brani di autori quali Bob Dylan, Leonard Bernstein e Paul Simon. Quella del 21 luglio, sarà una serata speciale dedicata alla ECM storica etichetta europea indipendente, una festa con un doppio concerto. La prima parte vedrà sul palco il progetto “Four Quartets” con musiche composte dal pianista Stefano Battaglia su testi poetici di T.S. Eliot interpretati da Theo Bleckmann, cui si uniranno le percussioni dell’anima di Michele Rabbia. La seconda parte saluterà Django Bates, pianista, compositore di grandissima originalità con il suo trio più recente, Beloved, articolare la propria ricerca musicale su una rilettura modernissima e, come suo costume, irriverente dell’opera di Charlie Parker. Il pubblico di Ravello, il 30 luglio, potrà applaudire Paolo Fresu che nel suo infinito viaggio nelle diverse tradizioni musicali, approda in Corsica per un suggestivo incontro con la polifonia dell’isola “sorella” della sua Sardegna. Il trombettista sarà accompagnato dal gruppo “Mistico mediterraneo” con il bandoneonista Daniele di Bonaventura e il Coro “A Filetta”, speciale anteprima del lavoro “Danse mémoire, danse”. La chiusura della sezione jazz, prevista per il 1 agosto, sarà affidata a Bill Frisell, e alla vocalist Petra Haden con il progetto “When you wish upon a star”, dedicato al mondo del cinema. Ravello omaggia anche i cinquant’anni del 1968. A quello “spirito”, fatto di simboli e icone, eredi  e leggende, militanze e battaglie per i diritti civili e di genere è dedicata l’intera sezione danza. Primo appuntamento con Bill T. Jones, in scena il 4 luglio con il suo gioiello – la Bill T. Jones / Arnie Zane impegnati in Time : Study II 2018 for Ravello – dedicata al tema del festival e pensata per il palco di Villa Rufolo, che coinvolgerà anche i giovani danzatori campani del progetto di formazione Abballamm’!  Ancora canzoni e coreografie per danzare il ’68 nella giornata multieventi del 5 luglio con happening – See me, feel me – in luoghi diffusi di Ravello La giornata continua con due nuove coreografie di ricerca commissionate dal festival sul tema 2018: apre il napoletano Antonello Tudisco (Act of mercy) per finire con Peggy Untitles 2013-2018, tributo a Peggy Guggenheim, figura emblematica dell’arte moderna, con la coreografia di Michela Barasciutti e la compagnia Tocnadanza. Il 7 luglio il coreografo principale del Royal Ballet, Wayne McGregor, offrirà le sue dinamiche dello spazio con artisti ospiti, del calibro di Alessandra Ferri, Federico Bonelli, Herman Cornejo, oltre ai ballerini della sua Wayne McGregor Company. Attesa, per 13 luglio, la Giselle rivisitata dalla coreografa sudafricana Dada Masilo, di ritorno da successi planetari, con la sua follia d’amore a ritmo di afrosamba che propone un finale diverso dal capolavoro romantico, nessun perdono per il traditore, in una produzione che la vede collaborare ancora con il grande artista contemporaneo William Kentridge. Il percorso coreutico si chiude, il 4 agosto, con un doveroso omaggio a Rudolf Nureyev, in occasione dell’ LXXX anniversario della nascita e per il XXV anniversario della scomparsa, con protagonisti i Solisti del Teatro alla Scala  introdotti da una coreografia originale di Luna Cenere dal titolo “Natural gravitation”, dedicata a Isadora Duncan.